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FIORENTINA Aquilani: “Voglio la Champions, ma il futuro è la Roma”

Alberto Aquilani

Ecco le parole del centrocampista romano Alberto Aquilani rilasciate al quotidiano sportivo:

Il sogno a Firenze si chiama intanto Champions League. Lei ci crede?

«Ci basterà fare un altro girone come quello che abbiamo appena chiuso, altri trentacinque punti e quando saremo a quota settanta secondo me… ce la giocheremo. Vedete, adesso qui sembra tutto scontato perché giochiamo bene, divertiamo quando la gente ci guarda e facciamo pure risultato, ma non dimentichiamoci mai che questo gruppo è nato da pochissimi mesi. Rispetto al passato, tra i nuovi non ci sono solo io: siamo in diciotto, più Rossi diciannove, più quelli che arriveranno. Capite?».

Chi l’ha sorpresa tra i suoi compagni? 

«All’inizio ho risposto sempre Roncaglia. Non lo conoscevo e non mi aspettavo questo suo temperamento da irriducibile. Chi però mi piace tantissimo è Borja Valero: ha le caratteristiche del tipico giocatore spagnolo, ha la dote di fare movimenti semplici ma in maniera sempre diversa. Sicuramente non usuale per chi ha esperienze di calcio in Italia». (…)

La Juventus ha già vinto lo scudetto?

«Sì, ma del resto se spendi duecento milioni di euro, prima o dopo è pure normale vincere. Sarebbe patologico il contrario».

Chi è il simbolo di questa squadra

«Andrea Pirlo identifica lo spirito di questa Juventus. Per loro è un giocatore assolutamente determinante».

La Lazio è davvero una delle sorprese del campionato?

«E’ una squadra quadrata, rognosa, a misura del suo allenatore, una persona umile, sempre concentrato nel proprio lavoro. E poi hanno giocatore che è fuori dalla media, Miro Klose. Uno come lui ti risolve le gare in un secondo. Però, io dico anche che la Lazio non è meglio della Fiorentina di oggi».

E la Roma dove la colloca?

«La Roma è, in prospettiva, la squadra più forte. Ha un potenziale di giovani leve di prim’ordine. I giallorossi faranno parlare di sé a lungo nel tempo».

Totti è sempre il suo capitano?

«Totti è Totti. Punto. Lo conosco, ma riesce sempre a stupirmi. E’ troppo forte, ma attenzione, perché lui non è un centrocampista. E’ una punta che fa giocare bene il resto della squadra e segna un gol dietro l’altro. Lui vede tutto con quella frazione di anticipo che gli permette di fare la differenza. Se è il mio capitano? Quando ero un ragazzino era il mio capitano, oggi le cose sono un po’ cambiate».

E’ uno dei simboli del calcio secondo lei?

«Io identifico il calcio con un altro giocatore, Zidane. Zizou era davvero bello da veder giocare».

Quanto le è bruciata la sconfitta subìta all’Olimpico in campionato?

«Ho sentito dire a molti che, nonostante la sconfitta, la prestazione c’era comunque stata. Io invece non sono per niente d’accordo. Quella è stata una delle peggiori partite mai giocate dalla Fiorentina quest’anno. E’ vero che avremmo potuto anche pareggiare, ma è altrettanto innegabile che avremmo potuto perdere tanto a poco. Ecco perché io preferisco cancellare quella serata, oltretutto incredibilmente fredda».

Di Osvaldo che idea si è fatto?

«E’ un giocatore importante, ma voi qui dovreste conoscerlo molto bene. In fondo vi ha portato in Champions League».

Fonte: Corriere Dello Sport

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