DA ZEMAN A DIECI I più e i meno della sfida contro il Catania

Da Zeman a Dieci

Nuova rubrica per GazzettaGiallorossa.it, che si sofferma su quanto fatto nel corso dei 90 minuti di gioco, sottolineando positivamente e non, le migliori azioni e giocate messe in scena sul rettangolo verde.

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Marquinho. L’esterno verde oro, impiegato al posto di Totti nel tridente offensivo, regala un primo tempo all’altezza della situazione, mettendo in seria difficoltà la catena di destra catanese. Tagli e inserimenti in profondità, in pieno spirito zemaniano, danno della sua prestazione, un giudizio più che sufficiente. Vedendolo così, aumentano i dubbi sull’imminente cessione al Gremio. La sensazione è che possa essere ancora utile a questa squadra.

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Cambiano gli interpreti, anche a causa di scelte obbligate vuoi squalifiche, infortuni e malanni stagionali, ma il bel gioco e le azioni pericolose costruite dalla Roma, non mancano e regalano un sintomo di freschezza  e compattezza, almeno nel primo tempo: nella passata stagione c’era l’illusione di aver iniziato a costruire qualcosa, ad un anno di distanza grazie al tecnico boemo si ha la certezza di aver edificato basi solide per un futuro speriamo radioso. Il problema nasce quando gli interpreti non sono all’altezza.

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L’ingresso in campo di Dodò. Il giovane brasiliano, schierato da esterno alto di sinistra, dà vivacità all’attacco romanista, sfiorando anche il pareggio nei minuti conclusivi. L’accelerazione e la tecnica sono doti del suo bagaglio e nonostante la condizione fisica approssimativa, si vedono lontane un miglio. La speranza è vederlo in campo nel prossimo futuro con maggiore continuità, specie al posto di Balzaretti.

Il gol subito alla prima sortita offensiva (per l’ennesima volta) da parte della squadra etnea al 60′ , e l’errore da parte del duo Castan-Burdisso nel salire in netto ritardo e lasciare in gioco Gomez, bravo nel galleggiare tra le linee e punire la Roma, con un tocco sotto che beffa Goicoichea in uscita.

La prova assolutamente evanescente di Erik Lamela. L’argentino da mostra di sè solo per un sinistro dal vertice destro dall’area di rigore terminato alle stelle. Veramente poco per uno che, vista l’assenza di Totti e il suo essere il miglior realizzatore della rosa con Osvaldo, poteva e doveva dare di più in campo ostico come quello catanese.

I continui e ripetuti errori sotto porta da parte del centravanti romanista Mattia Destro: l’attaccante di origine marchigiana, ex del Siena, fallisce nel computo totale almeno 5 nitide palle gol, solo nella prima frazione di gioco. La più clamorosa al 34’pt, quando sulla incerta ribattuta con bagher da parte di Andujar, il giovane calciatore riesce a calciare incredibilmente fuori a porta sguarnita. Sveglia.

 

A cura di Rocky e Apollo

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