AS ROMA Nico Lopez: “Non mi aspettavo un Sudamericano così. Futuro? Parlerò con la Roma per vedere le possibili soluzioni per poter giocare”

Nico Lopez

Nicolás López, grande protagonista nel Sudamericano Under 20 con la selezione uruguaiana, è stato intervistato dal portale Ovación Digital in merito al suo trasferimento in Italia, al momento con la nazionale e al futuro con la Roma. Ecco i passaggi più importanti:

Potevi prevedere di fare un Sudamericano come quello che stai facendo?

“No, la verità è che non me l’aspettavo. Stavo giocando poco in Italia, mi mancava il calcio. Nel primo tempo con il Perù questo mi è costato molto, però poi con i minuti e le partite mi sono sentito ogni volta meglio”.

Dove ti senti più a tuo agio in campo?

“Mi piace giocare vicino all’area, perché è lì che ti arrivano le palle da gol, però mi piace anche arretrare per conquistare la palla, tenerla e cercare spazi da dietro”.

Già avevi lavorato con Verzeri.

“Si, era nel Sub 20 precedente quando stavamo preparando il mondiale. Lo conosco bene, così come lui conosce bene me”.

Si diceva che non le piaceva lavorare sul piede meno abile, il destro. Con la Colombia è stato sfortunato ad avere le due occasioni più chiare su quel piede.

“Si, mi sono rimaste sul destro e non ho potuto dare forza (ride, ndr). Ora sto calciando di più con il destro, prima non lo facevo tanto”.

La mia principale virtù?

“Credo che la finalizzazione è ciò che mi sta dando tutto questo. Sono rapido e con buona tecnica, però mi mancano molte cose, come la copertura della palla o il colpo di testa. Mi manca il lavoro di braccia e spalle, per migliorare in questo. Io non mi butto mai, né protesto. Mai hanno fatto notare ciò, però è così”.

Oggi sei la stella della nazionale, però è stato difficile il tuo arrivo. Come sono state le ultime settimane prima di unirti alla squadra?

“L’ultimo partita fu quella contro il Milan, il 22 dicembre. Dopo vacanze fino al 28, poi partenza per Orlando per la disputa di un’amichevole. Fino al 3 si stava là. Io aspettavo. Non mi avevano detto nulla, così che mi stavo preparando per andare a Orlando. Avevo voglia di giocare con la selezione, però non mi dicevano nulla. Così fino all’ultimo, il 27, quando mi hanno informato che non avrei viaggiato per Orlando. Alla fine Pablo (Bentancur, il suo rappresentante, ndr) ha parlato con la Roma e  mi hanno lasciato partire”.

E’ difficile non guardare in avanti e pensare a ciò che l’aspetta nel mercato italiano?

“Sono tranquillo, ho la testa nelle tre partite che rimangono e nel cercare di arrivare al mondiale e vincere il torneo, che è ciò che tutti vogliono. Quando arriverò in Italia si parlerà con il mio procuratore e con la Roma, e vedremo dove potrò andare a giocare, che è la cosa migliore per me”.

I primi mesi in Europa?

“All’inizio ero nella Primavera, per sei mesi. Poi ho fatto la preparazione estiva, mi è andata bene per fortuna, mi sono guadagnato un posto in panchina. Il giorno del debutto sono entrato al posto di Francesco”.

Cinque minuti più recupero, segnasti il gol del pareggio. Un grande inizio.

“Non mi aspettavo di debuttare così. E’ stato tutto molto rapido”.

Chi ti ha accompagnato in questi primi mesi?

“La mia famiglia e la mia fidanzata. La verità è che stato difficile adattarmi. E’ stato complicato all’inizio”.

Segue il calcio uruguaiano?

“Si, in Italia lo vedo attraverso la rete. Seguo sempre il Nacional”.

Le è dispiaciuto di come è andato via dal club?

“Un po’ si. Non volevo questo. Ci sono state parecchie incomprensioni. Molti mi criticarono senza sapere come stavano le cose in società e la mia situazione. Molti hanno detto che sono un tifoso del Peñarol, ma non è così. Spero di poter tornare un giorno, ho sempre detto che mi piacerebbe chiudere al Nacional, un club del quale sono tifoso e che mi ha dato tutto”.

Fonte:  ovacionadigital.com.uy

 

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