5-5-5 L’ANALISI TATTICA Bradley la nota positiva, Totti la conferma

5-5-5 L’Analisi tattica

Roma ancora senza vittoria in campionato, con due punti in meno rispetto alla squadra che lo scorso anno guidava Luis Enrique. Il campionato di Zeman sembra potersi paragonare a quello dell’asturiano, che dopo un buon momento prima della sosta natalizia, era caduta in un baratro. Ancora una volta a gennaio la stagione potrebbe già considerarsi finita, vista la grande distanza con i piani alti della classifica; a salvarla, questa volta, potrebbe essere la Coppa Italia, e per questo la partita di mercoledì diventa di fondamentale importanza per il futuro giallorosso e del Boemo.

La gara non è una delle più belle della stagione, complice la stanchezza di due squadre reduci dai tempi supplementari giocati in settimana, prima di grossi spunti e giocata su ritmi bassi. Sono i ‘lampi’ di Bradley e Guarin a deciderla, nei primi 45 minuti, ai quali segue una frazione che regala ben poche emozioni ai tifosi.

RITORNO AL 4-3-3. L’emergenza aveva costretto Zeman a cambiare, ed il risultato, decisamente positivo, avrebbe spinto qualsiasi altro allenatore a riproporre il 3-4-3, che garantisce maggiore copertura ad un reparto arretrato troppo spesso perforato dagli avversari. Ma secondo il Boemo le squadre forti non dovrebbero mai cambiare, ed infatti torna al suo 4-3-3, scelta che, però, non sembra ripagarlo. Mai pericoloso il tridente, appeso alle giocate di Totti ed ai rari spunti di Lamela, con un Osvaldo evanescente; sempre in difficoltà il centrocampo, in inferiorità numerica costante rispetto ai ragazzi di Stramaccioni. Dopo il cambio forzato De Rossi-Tachtsidis la situazione non migliora affatto: anzi, il greco rallenta il gioco e non riesce ad accorciare i reparti.

DIFESA. Ai terzini viene chiesto un lavoro, che non riescono evidentemente a svolgere, di spinta e copertura a ritmi troppo costanti ed alti. Balzaretti è l’ombra del calciatore visto durante l’Europeo, ma, abbandonato a sè stesso, è costretto a continui ripiegamenti senza mai poter contare sulla copertura di un compagno. Piris, invece, non riesce proprio a carburare: mostra tutti i suoi limiti tecnici sbagliando due facili tiri, dopo buoni inserimenti, mentre, in fase difensiva, tende ad accentrarsi troppo – proprio come ad inizio stagione – lasciando molto campo agli esterni avversari.

BRADLEY. Unica nota positiva, insieme al Capitano che non fa più notizia, è rappresentata dall’americano. Con un suo inserimento si procura il calcio di rigore, realizzato appunto da Totti, recupera il solito quantitativo di palloni (ben 14), ed è secondo, dietro a Balzaretti, per numero di passaggi riusciti (58): in controtendenza rispetto all’imprecisione che ne aveva caratterizzato le giocate in questo inizio di anno.

GOICOECHEA. Ormai sono in molti a chiedersi cosa spinga Zeman a scegliere questo ragazzo al posto del più esperto Stekelenburg, che, a conti fatti, ha sbagliato molto meno rispetto al collega. Per stessa ammissione dell’allenatore, l’olandese garantisce più sicurezza al reparto difensivo. Allora perchè preferirgli un calciatore che anche tecnicamente mostra ogni settimana limiti sempre crescenti? 

GESTIONE DEI CAMBI. Cambio obbligato quello che ha visto il greco entrare al posto di DDR, che forse doveva esser effettuato negli ultimi minuti della prima frazione, viste le difficoltà che il numero 16 aveva nella corsa e nei movimenti. Necessario togliere uno stremato Florenzi, inserendo l’esperienza di Perrotta, che poco cambia tatticamente nei 20 minuti finali.

Inspiegabile, invece, l’inserimento di Destro, al minuto 81, per Totti. Osvaldo sembrava ‘assente’, rispetto al gioco, già dal primo tempo, mentre i lampi del numero 10 erano l’unica fonte di luce per il gioco giallorosso: toglierlo ha praticamente sancito la fine dell’incontro, la resa ad un giusto pareggio. Il fatto più preoccupante è che non si tratta della prima occasione in cui viene proposto un cambio del genere, che non produce affatto i risultati sperati (vedi Roma-Udinese 2-3, con la rimonta dei friulani che si completa proprio dopo la sostituzione di Totti).

A cura di Luca Fatiga

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