IL ROMANISTA Sabatini: “La Champions? Almeno”

Sabatini

(D. Galli) – Nella Roma di Siena «abbiamo visto la sintesi perfetta tra le caratteristiche dei giocatori e i dettami del tecnico». In queste parole, che poi sono quelle diSabatini a margine della festa del Roma Club Umbriagiallorossa, c’è lo stato di avanzamento dei lavori nel cantiere zemaniano.«Siamo ancora un pochino liquidi come idea, non sappiamo bene chi siamo e dove possiamo arrivare. Ma l’obiettivo è almeno la Champions». Il derby. La ferita, la mazzata, il 3-2 per gli altri, il rischio del tracollo, della fine di tutto, pure di Zeman. Nel momento più buio, proprio mentre stava per cedere di schianto tramortita da un unodue-tre di marca agreste, la Roma s’è rialzata. Sabatini lo spiega così a Roma Channel, che lo intervista a margine della serata a Marsciano, casa sua: «Ci siamo ripresi bene, subito, questo è un gruppo di ragazzi straordinari. Se avete osservato le esultanze dopo i gol di domenica, soprattutto al gol di Perrotta, avrete notato una forte coesione, con tutta la panchina che si è precipitata in campo. I ragazzi hanno trovato subito la forza di tirarsi su dopo la sconfitta del derby. Una sconfitta così ti manda in catalessi almeno per un mese».

Una sconfitta così ti stordisce sicuramente. Rischia di mandare in frantumi un progetto (se Pizarro ci consente di chiamarlo così). Invece la squadra ha reagito non da squadra normale, ma da Roma. «L’obiettivo in campionato – avverte il ds – è quello di ottenere un posizionamento decoroso. Almeno la Champions». Ma questo per dirla così, un po’ terra terra, per essere pragmatici. Perché poi Sabatini eleva il proprio pensiero. Per spiegare come vorrebbe che fosse la Roma e come invece è adesso la Roma, si affida a una visione, un concetto, un’immagine precisa: «Ora siamo un pochino liquidi come idea». L’espressione trasmette un senso di fragilità, o meglio di volubilità. La Roma si sta plasmando, ecco. Leggete qua: «L’obiettivo che ho in mente io, e che devono avere anche i ragazzi, è quello di consolidare l’idea di noi stessi, voler essere qualcosa di importante, attingere a tutte le nostre risorse per essere competitivi tutte le domeniche. Noi siamo ancora un pochino liquidi come idea, non sappiamo bene chi siamo e dove possiamo arrivare. In certi frangenti delle partite, vedendo alcune cose che i ragazzi hanno costruito, queste fanno pensare che si possa fare qualcosa di importante».

Sabatini si rivolge poi ai romanisti. «I tifosi sono più lungimiranti di chi fa il calcio, di chi lo racconta e di chi lo costruisce. Hanno la sensibilità di capire: nel primo gol a Siena abbiamo un lancio di Tachtsidis, che è del ’91, assist di Florenzi, che è un ’91, e gol di Destro che è ’91. Non è un’autocelebrazione, è un fatto. Tre ragazzi del ’91 hanno costruito un’azione da gol straordinaria, da rivedere dieci volte. Dal punto di vista della sintassi calcistica, è stato qualcosa di eccezionale».

Sintassi calcistica. Semplicemente favoloso. Il segreto, l’inizio, il monolito di Zemanlandia, è un gruppo che segue il suo allenatore, è una classe che in settimana si applica e che nel weekend dimostra di avere compreso la lezione. «La squadra sta andando incontro all’allenatore con molta abnegazione, molto impegno, per cercare di interpretare e di capire. Il calcio di Zeman è un calcio di sintesi, un calcio veloce, fatto di pochi passaggi e molta profondità. E perché questo si compia, occorrono la possibilità di trasmettere la palla in una certa maniera e la sincronia dei movimenti. La squadra sta lavorando tantissimo e nel secondo tempo di Siena abbiamo visto la sintesi perfetta tra le caratteristiche dei giocatori e i dettami del tecnico». Sintesi, sintassi, Sabatini. La Roma è questa.

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