GAZZETTA DELLO SPORT Zeman, primi sorrisi «La Roma ora c’è»

Zeman in conferenza stampa

(M. Cecchini) – Impressioni. Se davvero i Maya avessero ragione e la prossima settimana arrivasse la fine del mondo, i tifosi della Roma avrebbero da rammaricarsi anche per il calcio:
«Accidenti, finisce tutto proprio ora che abbiamo una squadra così forte e di prospettiva?». Zeman non mastica profezie, però — forte di una striscia di 4 vittorie di fila (5 se si considera anche l’ultimo successo in Coppa Italia contro l’Atalanta) e di una rimonta in corso — alla vigilia del match con il Chievo non cerca gloria da coniugare al futuro.

Rischio campo «Il futuro per me è già presente — dice l’allenatore giallorosso —. Abbiamo tanti giovani che si stanno mettendo in mostra e spero che siano loro l’avvenire della Roma, ma rappresentano anche il presente. La squadra si sta esprimendo bene, commette meno errori di prima. Il Chievo, però, non è una squadra da sottovalutare. E temo anche il terreno: spero permetta di farci giocare a calcio. So che è stato rizollato e ci sono i teloni. A Parma invece occorrevano le pinne, sembrava una piscina».

Dubbi Benedetta la formula con Totti e Pjanic trequartisti («Siamo più equilibrati») l’abbondanza si sposa con i dubbi. Cominciamo dal portiere. «Goicoechea è più partecipe al gioco, Stekelenburg para di più». Mediana: De Rossi o Tachtsidis? «Il greco è più veloce, con Daniele va meglio sul possesso e sul controllo del pallone. E poi finalmente partecipa attivamente agli allenamenti, sta bene di testa. Ora si applica di più. In Coppa, poi, ha fatto bene sia da regista che da incontrista. A Verona la scelta può essere condizionata dalla necessità di dover giocare più lunghi». Attacco: Osvaldo o Destro? «Sono in forma tutti e due. L’espulsione in Coppa Italia? Osvaldo deve imparare da questi errori. Si rende conto di aver sbagliato, anche se gli arbitri non sono stati attenti. Io lo vorrei più equilibrato, ma non tutti hanno lo stesso carattere. Spero che capisca e si renda conto quando è d’aiuto alla squadra e quando invece la danneggia».

Niente mercato Liquidata la candidatura di Abete («Io spero che chi si candidi abbia in mente qualcosa per migliorare il calcio italiano, che ne ha bisogno»), non si esalta per il mercato. «Io sono soddisfatto della rosa e odio la campagna di gennaio. Prima che uno s’inserisca si arriva ad aprile; un acquisto conta solo se è per la prossima stagione. Discorso diverso se qualcuno non è contento di stare qui». Titoli di coda per il viaggio a Orlando, in Florida, che si concluderà a tre giorni dalla sfida col Napoli. Bene così? «Non conta ciò che preferisco. Sono stati fatti accordi, spero che si possa lavorare bene perché so che le strutture sono molto belle: 4 giorni di allenamento ce l’ho e il fuso orario confido che non ci disturbi troppo». Soprattutto se la Roma sarà in piena rimonta.

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