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DA ZEMAN A DIECI I più e i meno della sfida contro il Chievo

Da Zeman a Dieci

Nuova rubrica per GazzettaGiallorossa.it, che si sofferma su quanto fatto nel corso dei 90 minuti di gioco, sottolineando positivamente e non, le migliori azioni e giocate messe in scena sul rettangolo verde.

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Ennesima prova di altissimo livello per il giovane centrale difensivo brasiliano Marquinhos. In campo come nella vita, la grandezza delle persone si riconosce solo al momento della loro assenza. Sarà una casualità ma, dal suo infortunio alla caviglia, passano appena pochi minuti per la marcatura che decide il match.

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Doppio più per la coppia Florenzi-Piris. Il primo la fa da padrone sull’out sinistro della mediana, correndo a perdifiato al servizio di Francesco Totti. Il secondo, dimostra finalmente di poter far parte integrante di una rosa di alto livello e di un undici titolare. Fino a poco tempo fa, sembrava inadeguato anche per la panchina, adesso invece è uno dei trascinatori in campo.

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Al gesto tecnico del centrocampista bosniaco, Miralem Pjanic,  capace di agganciare un pallone volante in area di rigore al 19′ pt, sfruttando al meglio il suo enorme bagaglio tecnico. Alla lunga però, il romanista si perde costringendo il tecnico boemo all’avvicendamento con Lamela, dopo un ora di gioco.

L’attaccante italoargentino Osvaldo, si dimostra lontano parente, del centravanti trascinatore dell’avvio di stagione. Da segno di se, solo nella girata aerea nel secondo tempo finita di un soffio fuori, dalla porta difesa da Sorrentino (58′) e per il grande destro sul primo palo neutralizzato dal portiere gialloblu nella prima frazione (18′). I movimenti da lui effettuati non sono quelli richiesti dal progetto tattico boemo, così come la sua voglia apparsa inversamente proporzionale alle qualità da tutti riconosciute.

Ci sono volte in cui non scendere in campo sarebbe meglio. Starà pensando la stessa cosa anche Daniele De Rossi, reo nella sfida del Bentegodi, di 25′ non all’altezza delle sue qualità. Non è la prima volta che il centrocampiosta di Ostia, subentra a gara in corsa e non riesce a fornire il contributo da lui atteso. Sul decisivo gol clivense, sbaglia la lettura del fuorigioco sul movimento dell’attaccante natio della Valle D’Aosta, contraddicendo agli insegnamenti zemaniani.

La partita si perde all’41’ st, complice l’uscita scriteriata dell’estremo difensore uruguagio, Mauro Goicoichea. Come successo in altre occasioni, il portiere tentenna nel tempo di uscita sbagliando così due volte e trovandosi completamento fuori tempo. Troppo facile per un attaccante esperto come Pellissier, trovare la via del gol dribblando il portiere e depositando in rete a porta sguarnita. Se sbaglia un attaccante, anche una rete fatta, il punteggio del match non varia, ma se fallisce il numero uno, molto probabilmente il suo errore costerà una rete alla sua squadra. Ecco perché, anche dal punto di vista psicologico, per giocare in porta ci vuole grande saldezza di nervi.

 

A cura di Rocky e Apollo

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