5-5-5 L’ANALISI TATTICA Se la scelta dei titolari fosse sbagliata?

5-5-5 L’Analisi tattica

Dopo 5 vittorie consecutive arriva la prima sconfitta, che trova, però, il principale complice nell’arbitro Bergonzi. Possiamo parlare delle situazioni tattiche del primo tempo, perchè il secondo tempo lo ha potuto vedere solo chi si trovava a bordocampo, per via della nebbia. Della seconda frazione di gara dobbiamo parlare doverosamente dell’errore commesso da Bergonzi e assistente, gli unici in grado di perforare una difesa romanista che ha trovato ormai degli equilibri quasi perfetti.

La Roma perde e non è colpa delle situazioni tattiche, ma non può nemmeno esser solo colpa di situazioni esterne: stavolta le colpe di Zeman stanno nella scelta dell’undici titolare, come spesso, purtroppo, è accaduto in questa stagione. Il Boemo è servo di sue convinzioni, che lo portano a schierare giocatori che non sono pronti a scendere in campo, preferendoli ad altri di caratura internazionale.

STEKELENBURG-GOICOECHEA. La scelta del portiere continua a far discutere. L’uruguaiano non è assolutamente in grado di fare il titolare in una squadra di Serie A, ed anche ieri lo ha dimostrato. Ripetiamo sempre che il goal di Pellissier è viziato da un evidente fuorigioco, ma lui è ancora una volta in ritardo, sbaglia i tempi dell’uscita, sbaglia nel non buttarsi. Commette lo stesso errore visto a Pescara. Non migliora mai, anzi peggiora, mentre Stekelenburg era decisamente in ripresa dopo la sfida di Coppa Italia.

DE ROSSI IN PANCHINA. DDR non si sarà integrato tatticamente, anche se per fare una tale affermazioni bisogna essere o decisamente coraggiosi o pazzi. Non si sarà comportato nel migliore dei modi (vedi espulsione nel derby), non starà giocando su livelli altissimi da anni (opinione di qualche critico e addetto ai lavori), non renderà come in nazionale, non sarà un regista, ma resta di gran lunga il migliore dei centrocampisti giallorossi, anche se al 20%. Lui deve essere il centro del progetto, non la riserva di un Tachtsidis che tra qualche anno sarà molto forte, ma ad oggi non appare un giocatore di livello. Il greco è molto lento, ma il problema reale sta nel fatto che non riesce ad aiutare in fase difensiva, nè a supportare la manovra offensiva. Anche Bradley è un calciatore prezioso, ma non ha la stessa capacità di interdizione di Daniele, nè la stessa tecnica. De Rossi deve giocare, l’allenatore deve essere bravo a trovargli spazio. 

OSVALDO. L’italo-argentino, dopo un grande inizio di stagione, sta vivendo un ‘annebbiamento’. Il suo rendimento crolla, non è lucido, non fa più i movimenti giusti. L’attaccante zemaniano deve attaccare la profondità, proprio come fa Destro, mentre Osvaldo è immobile, non aiuta la fase offensiva, e quando torna in fase difensiva è un problema per i compagni, non per gli avversari. Tre espulsioni da settembre ad oggi, troppe, senza mai pagare, a differenza di altri compagni. Atteggiamenti irritanti, come il tornare dalle trasferte sempre in solitudine: cose che nemmeno Totti si è mai permesso a Roma. Si sente Maradona, ma non sarà mai nemmeno uno scarpino di Batistuta.

LA COMPATTEZZA DIFENSIVA. Se c’è qualcosa che funziona, dal derby ad oggi, è la compattezza della difesa giallorossa. Escluso il portiere, i quattro difensori che Zeman sceglie sono i migliori a disposizione, non solo della Roma. Il terzino destro, Piris, sta migliorando ogni settimana, dopo il clamoroso errore commesso contro la Lazio; Marquinhos e Castan sono assolutamente insuperabili, e solo un fuorigioco non segnalato può perforarli, mentre Balzaretti sta tornando a giocare ai suoi livelli.

A cura di Luca Fatiga

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