GAZZETTA DELLO SPORT Zeman: “Attenta Roma: se perdiamo corriamo rischi”

Zeman

(M. Cecchini) – L’ultima volta che aveva masticato il derby di Roma (l’11 aprile 1999) l’euro vagiva da poche settimane, Benigni aveva appena ottenuto l’Oscar con «La vita è bella» e Lance Armstrong non si era ancora aggiudicato neppure un Tour de France. Raccontano le leggende che quella sera di 4.963 giorni fa, vinto la sua prima (e finora unica) stracittadina sulla panchina giallorossa, Zdenek Zeman apparve per la prima volta veramente felice, tanto che si sussurra che si sia addirittura ubriacato. Ovvio che 13 anni più tardi la filosofia di fondo del boemo non è cambiata — è una partita come tutte le altre — ma alcuni aggiustamenti ci sono, soprattutto sugli effetti collaterali.

Io & la Lazio «Mi rendo conto che se si perde il derby la piazza reagisce diversamente — spiega Zeman — e questo può influire sul rendimento del dopo derby, ma voi valutate un allenatore per una partita, mentre in una stagione ne ho persi 4 e poi sono arrivato davanti alla Lazio». Occhio, il boemo non rinnega nulla del suo passato biancoceleste, però alcune puntualizzazioni non mancano. «Il derby che ricordo di più è stato il primo, l’ho fatto con la Lazio e l’ho perso 3-0. Io mai in questa Lazio? Non ricordo di aver detto questa frase, ma ora mi è molto più simpatica la Roma, anche se non dimentico: con la squadra biancoceleste mi sono preso belle soddisfazioni arrivando 2° e 3°. Non succede tutti i giorni e non a tutti. Io alla Lazio sono stato bene, ma la Roma ha di sicuro una tifoseria più calda e appassionata. Si è visto anche quest’anno alla prima amichevole di inizio stagione. Per noi erano in 40.000, per la Lazio 500: penso ci sia una differenza».
Voglia De Rossi Un altro passo, poi, l’ha trovata anche in De Rossi: «Noto una differenza tecnica e psicologica. Ora dimostra più voglia di giocare. Comunque le gerarchie cambiano ogni settimana. Questa è una rosa competitiva, in cui tutti possono giocare». Un messaggio chiaro per una Roma piena di esordienti. «Quelli che conoscono il derby sono abituati, gli altri se ne accorgeranno in campo. Desideri? Stavolta vorrei continuità e concentrazione per 90 minuti». Detto che Zeman aveva benedetto l’idea di una conferenza pre-derby congiunta («La Lazio non ha avuto tempo, giustamente perché hanno giocato giovedì, è difficile poi fare altre cose in settimana, spero sarà per la prossima volta…»), non mancano un buon giudizio su Petkovic. «Non lo conosco bene, però penso che stia facendo un buon lavoro. La sua squadra non ha reso subito bene, ma ora gioca un buon calcio organizzato e dà fastidio a tutti. La Lazio è prudente, ma offre spazi per gli inserimenti di 4-5 giocatori».
Disturbatori Visti gli acciacchi di Totti e Osvaldo, Zeman metabolizza la malinconia per l’assenza di Destro per squalifica (il suo “rosso” è stata un’ingenuità: ha sbagliato, spero che impari, anche se poi è successo a tanti anche piu esperti di lui e più grandi di lui. Cercherò di fare di tutto per evitare queste cose»). Di certo si cercherà di evitare rischi di incidenti. «In ogni partita si presentano cento persone che vengono per disturbare, ma penso che la maggior parte della gente venga per vedere la partita e tifare per la propria squadra in modo normale». Magari sperando di divertirsi in barba a delle previsioni metereologiche che volgono al brutto.«Le condizioni del terreno le deve giudicare l’arbitro. A Parma abbiamo giocato in condizioni in cui, secondo i regolamenti, non si doveva continuare a giocare. L’Olimpico dovrebbe assorbire meglio, anche se sicuramente qualcosa toglierà alla partita e al gioco». Probabile, ma nel derby i tifosi potrebbero fare a meno di tutto tranne che del risultato. Un «vizio» impossibile da cancellare.
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