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CORRIERE DELLA SERA Roma, Baldini cambia idea “De Rossi è incedibile”

Daniele De Rossi

(L. Valdiserri) – «Le parole sono importanti! », urlava un inferocito Nanni Moretti all’intervistatrice in una scena di «Palombella Rossa » passata alla storia del cinema italiano ma anche del costume. E sicuramente importanti, anche se non è sempre semplice capire il filo che le lega ad altre dette in un passato anche recentissimo, sono le parole che il direttore generale della Roma, Franco Baldini, ha detto ieri a «Novanta Minuti» su Rai- Sport1. Tanti, tantissimi gli argomenti trattati. Quelli che più interessano (e tormentano) i tifosi romanisti, delusi da una stagione iniziata con grande entusiasmo («Alla nostra prima amichevole c’erano 40 mila spettatori—ha detto Zeman alla vigilia del derby — e a quella della Lazio ce n’erano 500») e adesso avvitata su se stessa.

Primo argomento, la difesa di Zeman: «Che i risultati siano deludenti nessuno lo può negare, pensavamo di poter avere 7-8 punti in più. Sui motivi di questa situazione, però, possiamo lavorare insieme. La partita contro il Torino non sarà l’ultima spiaggia, ci sarà il riscatto e ci sarà con questo allenatore e con questa squadra, che riteniamo all’altezza di questo tipo di percorso. La delusione dei tifosi è la nostra delusione, ma noi continuiamo a crederci e ci crediamo tanto». Al posto di Zeman poteva esserci Montella, l’allenatore che proprio ieri ha ricevuto i complimenti di Cesare Prandelli: «Il primo anno volevamo dare un segno di discontinuità. Montella era stato catapultato dagli Allievi alla prima squadra e c’era la sensazione che fosse ancora un componente della rosa. In estate la sua candidatura è stata attentamente valutata, come quella di Zeman e di altri allenatori, poi si fanno delle scelte. La nostra è stata fatta scientemente e a fine campionato ne riparleremo».

Quel che è certo è che, con questa dirigenza, Montella a Roma non tornerà mai. Sul caso-De Rossi, invece, Baldini fa autocritica, almeno parzialmente: «Sono stato incauto. Come dice Sabatini, l’onestà è un vizio. Ma io avevo solo risposto a una domanda. Essendo un manager devo ascoltare tutte le proposte ma poi ho la possibilità di dire di no, come è successo in estate col Manchester City. Noi non abbiamo alcuna intenzione di cedere De Rossi». Una frase che può essere definitiva. Ma può essere letta anche in un altro modo: ora la palla è stata buttata a De Rossi. Sarà lui, stremato da una situazione deteriorata, a chiedere di andarsene, prendendosi la colpa? Ultimo argomento, il mercato e la «strana » società che ha la sua base così lontano da Roma: «Non abbiamo speso poco ma abbiamo investito e gli investimenti necessitano tempo. La spesa per Lamela fu giudicata folle, ma è stato un investimento. Spesso si critica l’interventismo dei presidenti, qui invece c’è una proprietà ben precisa, ben identificata che ha il “difetto” di non essere tutti i giorni in Italia, ma meglio questo che un presidente che viene da un altro mondo e comincia a santificare urbi et orbi per fare vedere che c’è. Con la proprietà ci sentiamo ogni giorno».


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