LA REPUBBLICA L’abbraccio di Erevan: così De Rossi torna leader

Daniele De Rossi

(F. S. Intorcia) – Racconta Plutarco che Giulio Cesare avrebbe preferito essere primo in un piccolo villaggio sulle Alpi piuttosto che secondo a Roma. E lui non doveva vedersela con Zeman. Chissà cosa ne pensa Daniele De Rossi: sbattuto in panchina e bacchettato come un monello a casa sua, intoccabile invece in Nazionale. Prandelli lo fa giocare anche su una gamba sola, all’Europeo come a Sofia nelle qualificazioni, quando il centrocampista è uscito per infortunio lasciando la squadra in dieci. Giallorosso opaco e azzurro brillante: un contrasto di colori annunciato già in Polonia.

Allora De Rossi sorrideva parlando dell’Italia e s’accigliava alle domande sulla Roma: riempiva di complimenti Luis Enrique, gelava a distanza Zeman, «occuperò il ruolo che vuole lui, se mi farà giocare». Sembrava una polemica, era una profezia: con l’Atalanta è finito in panchina, accusato di vivacchiare stanco su vecchie gerarchie. Doveva volare in Armenia, allora, per tornare leader indiscusso. All’aeroporto c’era un gruppo di tifosi locali solo per lui (e un altro, di bianconero vestito, per la colonia juventina).

Nella capitale sorge da più di un anno un club romanista: ha un sito web (asroma.am) e una ragazza come leader. Sofi Ustayan ha solo 23 anni e un marito tifoso dello United («Ci siamo conosciuti dopo il 7-1 alla Roma, altrimenti l’avrei mollato quella sera», scherza), ha studiato italiano all’università ed è la guida spirituale dei tifosi giallorossi a Erevan. «Ero piccola quando ho visto Totti fare il cucchiaio all’Olanda e da allora mi sono appassionata alla Roma — racconta — Ora il mio idolo è De Rossi: eravamo lì per lui, non per l’Italia, ci ha fatto l’autografo, è stato gentile. Alla partita tiferemo per l’Armenia e per Daniele». Nei pub del centro ogni domenica si guarda la Serie A. Per Juventus- Roma, il Champions di Pavstos Buzandi Street sembrava Little Italy, i romanisti si sono ritrovati con i sostenitori della Juve, altra squadra che ha un fan club qui (meno attivi quelli di Inter e Milan). «Non è andata molto bene, ci amiamo poco ma finisce tutto con uno sfottò», prosegue Sofi.

E se uno pensa che la lite fra Zeman e Capitan Futuro sia un caso prettamente romano, ecco che invece la costola armena del popolo giallorosso si schiera. Col giocatore. «De Rossi è un professionista e un giocatore attaccato alla Roma, non è possibile accusarlo di scarso impegno o considerarlo un peso. Ricordiamoci le sue parole quando ha annunciato il suo no al City: lui è prima di tutto un romanista vero, poi è un calciatore di prima fascia, destinato a scrivere ancora pagine importanti con questa maglia. Quanto a Zeman, non ci schieriamo contro di lui, ha bisogno di tempo per essere giudicato. Quel tempo che non è stato concesso a Luis Enrique, che aveva tante idee innovative».Quest’eccesso di amore per De Rossi ha fatto persino arrabbiare una parte dei tifosi della nazionale armena, creando il rischio di una spaccatura sugli spalti. «Ma tutti vogliamo battere l’Italia, possiamo farcela. Vinciamo 3-1. Però facciamo che il gol azzurro lo segna Daniele: così siamo contenti tutti».

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