IL TEMPO A Trigoria tutti colpevoli, tutti innocenti

Zeman Baldini

(G. Giubilo) – Non so che cosa potrebbe soccorrere, noi sventurati romani, soprattutto quelli di granitica fede giallorossa, se dovesse venire meno la schizofrenia che dà un senso alla nostra vita.
Che ci consente, insomma, di rimettere puntualmente tutto in discussione, di essere traghettati senza pause dalla sponda dell’esaltazione a quella della depressione profonda. Analisi da riservare al lettino del terapeuta, il «tutti colpevoli» generalmente dovrebbe presumere il «nessun colpevole», ma non è questo il caso della Roma, squadra, staff e società, sul banco degli accusati, unanimi nello scaricare le responsabilità sugli altri.

Zeman dice che i giocatori non seguono le sue indicazioni settimanali. Due i casi: o gli interpreti non sono all’altezza, al di là di ogni considerazione di ordine tattico, o magari i suggerimenti non hanno il dono della chiarezza. Tanti giovani garantiscono il futuro, ma non è facile trovare la strada del progresso quando i «saggi» che dovrebbero guidare la loro crescita non riescono ad esprimere quella personalità finora latitante. Siamo anche giunti al paradosso di un giocatore messo in campo in buona salute e costretto, dopo mezz’ora di balbettamenti, a mettersi a letto con un febbrone da cavallo.

La preoccupazione dei tifosi è non soltanto comprensibile, ma anche ampiamente condivisibile, la società deve prenderne atto e indicare percorsi più producenti. Nelle stanze del potere di Trigoria qualcosa si sta muovendo, a quanto pare, il problema è che le possibili alternative non sembrano per il momento offrire certezze. Il distacco annunciato di Fenucci, forse non in perfetta sintonia con la proprietà, suscita interrogativi anche sul futuro di Baldini, e se anche il Direttore Generale prende le distanze, il futuro diventa ancora più nebuloso e di ardua decrittazione. Walter Sabatini firma di anno in anno, lui potrà decidere quando la situazione diventerà più chiara, quando le nuove sfere di influenza saranno definite, con assunzioni di responsabilità precise, senza assurdi rimbalzi di palla tra Zeman e De Rossi. Domenica un appuntamento delicato, che potrebbe perfino segnare il futuro della stagione, prima di prendere quattro gol dal Torino l’Atalanta aveva giocato un primo tempo esemplare, sarà obbligatorio ritrovare la strada del buonsenso, fare appello a quell’orgoglio vergognosamente scomparso sabato sera, quando la disposizione alla resa senza condizione aveva contagiato tutti, tecnico e squadra.


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