IL ROMANISTA “Nulla da chiarire. Il lavoro paga”

Osvaldo in panchina

(B. De Vecchi) – Tre gol nelle qualificazioni ai Mondiali. Il terzo, quello della certezza, del 3-1, è arrivato su una punizione calciata da De Rossi. Colpo di testa di Osvaldo e go’! Pare fatto apposta, pare uno scherzo del destino. I due giocatori della Nazionale più sotto ai riflettori decidono la partita con l’Armenia. Osvaldo ce la mette tutta, ma davvero tutta, per evitare di non alimentare altre polemiche. Da Nobel per la pace. Resiste persino quando, all’ennesima domanda sulla Roma, gli viene chiesto se non ci sia rimasto male per la panchina con l’Atalanta: «Un po’ mi dispiace, a me si può dire tutto tranne che non mi impegno».  Magic moment. Come splende l’azzurro di Osvaldo. «Per me – dice l’attaccante della Roma alla  Rai – è un gol importante perché ci ha fatto stare tranquilli. A livello personale sono contento quando segno. Questo è un gol come tutti gli altri». Una domanda, una sola, poi ecco spuntare il campo minato. Domanda: dopo una settimana del genere, cosa ti senti di dire? «Io parlo per me, ma penso che il discorso valga anche per Daniele. Io cerco di dare semrpe il massimo, sia nella Roma che in Nazionale e penso che il lavoro alla fine paghi».

Break. Pausa. Ora la domanda è su Balotelli: è stato difficile cambiare partner così, all’ultimo? «Per me è uguale. Sia Mario che Seba (Sebastian Giovinco, ndr) sono due grandissimi giocatori. Mi spiace per Mario, speriamo di recuperarlo per la prossima partita». Italia poco cinica, gli viene fatto notare. «Siamo stati un po’ sfortunati e loro erano molto chiusi dietro. Ma alla fine abbiamo vinto e questo è l’unica cosa che conta». Poi, ecco ricucirsi il filo interrotto: il gol è nato in collaborazione con De Rossi. Una catena romanista. «La volevo mettere sul secondo palo e per fortuna è andata bene.

Poi Daniele ha messo una gran palla ed è stato tutto piu facile». Alla domanda se si senta un punto fermo della Nazionale, Osvaldo risponde: «È normale che quando l’allenatore ti dà la fiducia è tutto più facile. Ma io devo lavorare ancora tanto e non mi sento un punto fermo. Questo vale sia nella Roma che in Nazionale. Se mi sento più importante per la Roma o per la Nazionale? Non lo so, io mi sento un giocatore come tutti gli altri. Un giiocatore che deve guadagnarsi il posto sia nella Roma che in Nazionale. Io lavoro per farmi trovare sempre pronto». Ottima risposta. Poi, ariecco una domanda spigolosa. Ha un significato che abbiate segnato sia te sia De Rossi? «Sì, ma perché a voi piace fare polemica (dice ridendo, ndr) ma la realtà è che sono andato in panchina come qualsiasi altro giocatore. Mi sono dispiaciuto delle parole del mister, a me si può dire tutto tranne che non mi impegno. Chiarirsi con Zeman? Non c’era nulla da chiarire».Ormai le domande sulla Roma fioccano. «Se sapevo di non giocare con l’Atalanta? No, il mister non ce lo dice mai».

 

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