CORRIERE DELLO SPORT L’ultima vergogna della casta

il gol annulato a Berghessio

(S. Agresti) – “Clamoroso al Cibali!”, gridò Ciotti una domenica di mezzo secolo fa per raccontare ai radioascoltatori di tutta Italia la storica vittoria del Catania sull’Inter di Herrera, risultato che consegnava lo scudetto alla Juve. E quel suo urlo, quel suo intervento durante “Tutto il calcio” del 4 giugno 1961- lo diciamo per i lettori più giovani, è entrato nella storia del nostro calcio e della nostra radio. Uno slogan senza tempo.

In quanto accaduto ieri al Cibali (oggi Massimino) purtroppo, di clamoroso c’è poco, perché un fatto è clamoroso quando è inatteso e sorprendente e negli obbrobri dei nostri arbitri non vediamo niente né di inatteso né di sorprendente. Con sconcerto dobbiamo ammettere che i loro errori- anche i più incredibili e marchiani- sono ampiamente prevedibili e previsti. La stagione, del resto, si era aperta con il vergognoso arbitraggio della Supercoppa di Pechino, quando era stato penalizzato in modo incredibile il Napoli, e ieri è stato semplicemente scritto un altro capitolo del libro degli orrori. Non clamoroso, dunque, ma-questo sì- scandaloso.

Scandaloso al Cibali, scandaloso il gol annullato al Catania, dopo un teatrino tra tre, quattro, cinque arbitri che si sono consultati lunghi minuti prima di prendere una decisione folle: annullare una rete regolarissima, evidentemente e chiaramente regolare.Scandaloso l’1-0 concesso alla Juve, con Bendtner in fuorigioco: i Campioni d’Italia non hanno bisogni di regali del genere. Scandaloso- diciamolo- che questo signor Rizzolicontinui a rovinare le partite girando l’Italia (e andando fino in Cina) facendo l’arbitro d’area, e ogni volta che c’è lui vengono commessi errori pazzeschi, spesso su sua indicazione. Lo si lasci per un bel po’ a casa a meditare sui danni che ha combinato negli ultimi mesi: magari migliorerà. Ma- vedrete- non succederà: la casta arbitrale lo proteggerà, succede sempre così.

E’ stata la domenica degli scandali. Non solo al Cibali, ma anche a Firenze (doppia evidente ingiustizia ai danni della Lazio sull’1-0), a Torino (non ci sta l’espulsione di Sansone sullo 0-0), a Napoli (manca un rigore, forse due), a Roma (non c’è il penalty per l’Udinese). Poi c’è modo e modo per reagire a questa situazione. Comprendiamo la colorita rabbia di Pulvirenti (e chissà se avranno il coraggio di deferirlo); è invece incauto il commento di Marotta: “Avremmo vinto lo stesso”.

In fondo, è possibile avere classe anche quando si gode di vantaggi. Ha detto Montella: “Non parlo degli arbitri quando potrei lamentarmi, figurarsi e lo faccio adesso che è successo il contrario”. Una lezioni di stile e obiettività. Clamorosa. Forse no.

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