CORRIERE DELLO SPORT De Rossi e Zeman uniti per la Roma

Zeman

(R. Maida) – Intelligenza chiama normalità. Non c’è stato un chiarimento scenografico, nemmeno un salto mentale alla partita con l’Atalanta. «Non abbiamo niente di cui discutere» ha spiegato Zeman ai dirigenti ieri mattina, prima di accogliere i giocatori per l’allenamento. E così il caso De Rossi, più rumoroso della questione Osvaldo, è stato liquidato con una certa flemma. La flemma zemaniana. (…)

L’INCROCIO – De Rossi anzi ha fatto un passo distensivo, al rientro dalla trasferta con la Nazionale. Educato e non plateale. All’ingresso in campo, in ritardo rispetto agli altri a causa di una serie di massaggi, ha salutato a uno a uno i medici e i componenti dello staff tecnico. Compreso Zeman, che lo aspettava con il fischietto al collo: anche a lui ha stretto la mano davanti alle telecamere di Roma Channel. L’allenatore a quel punto gli ha chiesto di raggiungere gli altri giocatori impegnati nel lavoro differenziato con l’assistente Andreazzoli e il preparatore Ferola.(…)



LA SOCIETA’ – I dirigenti hanno ritenuto opportuno non intervenire, né ufficialmente né informalmente. Ai giocatori hanno parlato, ovvio. L’avevano già fatto anche nei giorni scorsi, per telefono. Ma senza prendere una posizione netta sull’argomento. La gestione degli equilibri «tecnici» , nel senso più ampio del termine che comprende anche i comportamenti, per ora è del tutto demandata a Zeman. (…)

UMORE – Di sicuro, sia De Rossi che Osvaldo erano piuttosto allegri. Sia in campo, durante l’allenamento defaticante, che fuori. De Rossi era felice perché di lì a poco avrebbe incontrato la figlia Gaia, mentre Osvaldo ha sdrammatizzato per l’espulsione di San Siro, la seconda di fila in uno stadio che sta diventando scomodo (l’ottava in carriera), ed era a sua volta ansioso di incontrare il padre, arrivato dall’Argentina. (…)
E SE… – Ormai contano più i fatti delle parole. Mentre Osvaldo conosce bene Zeman e del suo modo di pensare il calcio si fida, ricambiato, De Rossi deve entrare in sintonia con un allenatore che ha un concetto della fatica molto diverso dal suo. Adorava Luis Enrique per l’abolizione dei ritiri, per gli allenamenti concentrati sul pallone, per le trasferte mordi e fuggi. Con Zeman ha provato forse la sensazione di un regresso nella mentalità. Comprensibile. Proprio come le scelte di formazione, dal punto di vista del capo. Quello che non è piaciuto a De Rossi, e anche a Osvaldo e anche alla società, è quella frase di Zeman sullo scarso impegno e sul «pensare a se stessi invece che alla squadra» . (…)
APERTURA – Ora soltanto la Roma di Marassi potrà chiarire se il problema è superato. Una seconda esclusione di Osvaldo sarebbe sorprendente ma giustificabile, considerando che Destro è un centravanti altrettanto affidabile. Se invece De Rossi resterà ancora fuori, dopo due grandi partite giocate per Prandelli, la situazione diventerà davvero difficile da controllare. Ma nessuno ci vuole pensare. (…)
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