CORRIERE DELLA SERA De Rossi nella storia nonostante Zeman

De Rossi

(A. Bocci) – Più che la rabbia può fare il senso di appartenenza. Daniele De Rossi la maglia dell’Italia ce l’ha attaccata sulla pelle, proprio come quella della Roma. «Un giocatore professionista sa di avere due club», disse Marcello Lippi durante il secondo mandato alla guida della nazionale. De Rossi non lo ha mai dimenticato. Solo che adesso una delle maglie in questione, quella giallorossa, gli ha offuscato il sorriso. Zeman, contro l’Atalanta, lo ha retrocesso in panchina e soprattutto lo ha accusato (insieme a Osvaldo) di scarso impegno. Di contro la Fifa lo ha inserito nell’elenco dei 53 che si contenderanno il Pallone d’Oro e Prandelli lo rilancia in azzurro dopo che un infortunio in Bulgaria lo ha costretto a saltare la sfida di Modena con Malta.

Così stasera, nell’asimmetrico stadio di Yerevan, appoggiato su una collina brulla e spazzato dal vento, Daniele sarà in campo. Presenza numero 81, le stesse di due monumenti azzurri: Marco Tardelli e Beppe Bergomi. L’ex centrocampista, ora assistente del Trap nell’Irlanda, graffia: «Zeman è presuntuoso, De Rossi darà una grande risposta al suo allenatore». Lo Zio, invece, si inchina: «Stiamo parlando di un giocatore straordinario». Non solo. Il romanista entra nella hit parade della nazionale, decimo nella classifica di tutti i tempi. E martedì a San Siro potrebbe diventare nono, raggiungendo Franco Baresi. Momenti cruciali nella vita sportiva di un calciatore. Però bisogna guardare avanti.[…]

Sino a martedì, giorno della sfida con la Danimarca, resterà concentrato soltanto sulla nazionale. Poi affronterà la Roma, che è la sua vita. Oggi però capitan Futuro, il soprannome che lo accompagna da sempre, suona quasi beffardo. Si dice che, contro l’Atalanta, abbia pagato sia le critiche rivolte a Zeman nello spogliatoio dello Juventus Stadium dopo la disfatta, che il confronto del martedì successivo a Trigoria. Lui, più di Totti, avrebbe preso la parola e si sarebbe accalorato. Se davvero è stato escluso per la sua presa di posizione, lo sa solo Zeman. De Rossi di sicuro non ha paura di ripresentarsi dal boemo. Per adesso non ha preso in considerazione l’idea di andarsene. Ma intorno a lui già si moltiplicano le voci e si muovono gli operatori del mercato. Il City, che aveva presentato un’offerta ufficiale ad agosto, potrebbe tornare sotto. Ma De Rossi, se lascerà la capitale, lo farà soltanto per un’altra capitale: Madrid (dove lo aspettano il Real e Mourinho) o Parigi (dove lo accoglierebbero a braccia aperte il Paris Saint Germain e Ancelotti).

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