AS ROMA Da Angelillo a De Rossi, quegli esclusi eccellenti

De Rossi

L’ira funesta di Zdenek Zeman, allenatore integralista secondo falangi di detrattori, si abbatte su Daniele De Rossi, accusato con Osvaldo di pensare in primis agli affari suoi, e capitan futuro si accomoda in panchina. La Roma vince con l’Atalanta ma il bubbone rischia di esplodere se il caso non rientrerà a breve. Ma il rapporto travagliato tra campioni e allenatori, con cacciata provvisoria o definitiva, è una costante del calcio di ogni tempo: da Bernardini ad Angelillo, da Montella a Del Piero, da Panucci a Cassano e Balotelli, prima o poi tanti protagonisti hanno conosciuto l’amarezza dell’estromissione.

E lo stesso De Rossi aveva assaggiato la frusta di Luis Enrique, che per lui stravedeva, l’anno scorso: ritardo alla riunione tecnica e fuori dalla gara con l’Atalanta (squadra che non gli porta bene) del 26 febbraio. Un’altra volta era rimasto fuori: Ranieri lo aveva estromesso insieme a Totti dopo un primo tempo nel derby del 18 aprile 2010. E il tecnico era riuscito a salvarsi dalle critiche visto che la squadra aveva ribaltato il risultato vincendo 2-1 con doppietta di Vucinic. Zeman ha in genere un ottimo rapporto con i giocatori che sceglie, meno con quelli che trova e che non sposano il 4-3-3. L’idolo giallorosso Abel Balbo era sceso dal piedistallo proprio per questo. Per le esclusioni e gli insulti aveva rimediato una multa di 30 milioni nel marzo 1998. Poi dopo l’esclusione nella gara stravinta 5-0 sul Brescia si era trasferito al Parma .

Andando a ritroso nel tempo una delle prime polemiche riguarda uno dei padri del calcio italiano, Fulvio Bernardini, ‘troppo bravo e calcisticamente intelligente per far parte dell’Italia di Pozzo a 27 anni, Fuffo non può partecipare alla doppia epopea mondiale azzurra. Altre le motivazione (‘dolce vità) sono alla base dell’epurazione dall’Inter di Herrera di Antonio Valentin Angelillo. Ma per HH la storia con Ilya Lopez è poco più di una scusa, essendo troppo forte la personalità dell’argentino. Stesso motivo per l’esclusione dall’azzurro di Armando Picchi e di altri interisti da i mondiali del 1966. Edmondo Fabbri va avanti come un carro armato ma finisce nella scarpata con la Corea, con Riva e Bertini invitati in tribuna. Meglio va a Enzo Bearzot che vince il mondiale 1982 facendo a meno di Beccalossi e di Roberto Pruzzo, reduce da titoli di cannoniere consecutivi. Il carattere indocile di Christian Panucci si scontra poi con Arrigo Sacchi prima e con Marcello Lippi poi. ‘Sacchi sta distruggendo il Milan, è un vendicativo«, queste frasi sono alla base dell’esodo al Real alla corte del suo mentore Fabio Capello.

Nel 1999 con l’Inter di Lippi rifiuta di entrare con la Reggina, e viene escluso. Poi Lippi viene esonerato, ma quando va in azzurro non lo convoca e anche per lui niente titolo mondiale. Meno astioso il rapporto tra Ancelotti-Zola, escluso dal Parma perchè non aderisce al 4-4-2, e ‘magic Box’ va a fare fortuna nel Chelsea. Poi Ancelotti riconosce di aver fatto un grosso errore. Fabio Capello ha un rapporto difficile con due super goleador: Vincenzo Montella schiuma rabbia facendo tanta panchina nella Roma per far posto a Delvecchio, poi è decisivo nella conquista dello scudetto. Alla Juve tanta panchina tocca ad Alessandro Del Piero, che accetta con professionalità di lasciare spazio a Ibra, ma i due scudetti comunque non valgono. Alla carrellata dei panchinari di lusso non possono mancare Cassano e Balotelli. Fantantonio riesce a litigare un pò con tutti, perfino con Capello: dopo imitazioni, screzi, il Real lo mette fuori rosa nell’ottobre 2006. Poi fa la stessa fine nel 2010 nella Sampdoria ‘per comportamento irrispettosò nel confronti del presidente Garrone. Balotelli fa perdere la pazienza a Mourinho e ai tifosi quando getta a terra la maglia dell’Inter dopo una sostituzione in Champions nel 2010. Poi ha vari scontri con Mancini per il fumo, le ragazze, i colpi di tacco ma il tecnico media sempre. Ha meno pazienza con Carlitos Tevez che viene escluso dopo essersi rifiutato di entrare contro il Bayern a fine settembre 2011. L’argentino minaccia di querelare il tecnico, viene messo fuori rosa, parte per l’Argentina, poi in primavera la riconciliazione e i gol dell’Apache contribuiscono allo scudetto nella Premier in volata con lo United.

 

Fonte: ansa

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