LA REPUBBLICA Senza pace da 14 anni “Non temo l’accoglienza”

Zeman in campo

(F. Bocca) – Che si detestino lo sappiamo e del resto, anche facendo finta di niente, sarebbe impossibile non accorgersene: Zeman contro la Juve e la Juve contro Zeman è stato il tormentone dell’estate, peggio pure del Pulcino Pio. E dunque ora che Juve-Roma è arrivata, è persino inutile raccomandar loro di fare i bravi: non ne hanno mai avuto intenzione. Impressionante casomai è constatare che Zeman e il mondo Juve (con tutti gli annessi e connessi, da Vialli a Moggi a Ferrara, fino a Conte stesso) si detestano fin dal 1998, dal famoso «il calcio esca dalle farmacie », i cui effetti arrivano a oggi. Oppure, e forse è la verità, diciamo che il calcio, con i suoi veleni e i suoi partiti, sono rimasti fermi al luglio di quella estate, in cui dopo le accuse Vialli dette del «terrorista » a Zeman, e adesso, adattando il concetto, del «paraculo». Quattordici anni passati inutilmente, in cui ognuno la pensa come prima, in cui le verità si sono mescolate alle bugie, in cui la Juve si è trasformata in un partito di duri, in cui il calcio italiano non si è nemmeno ripulito, in cui Zeman è diventato francamente ossessivo. Stiamo anche peggio di allora.
Bambini dispettosi che hanno trasformato il campionato in una ripicca personale, giocando pericolosamente con le parole. A volte bisogna abbassare il volume e mettere da parte il passato: nessuno lo ha fatto. LaJuve ha mandato a parlare il preparatore dei portieri Filippi, anche perché — dicono i tifosi — «Carrera in cinque
partite ha già vinto più di Zeman ». Zeman o attacca direttamente oppure rintuzza di contropiede. Ieri contropiede: «Questione di stile. Danni alla Juventus non ne ho fatti io, se la dovrebbero prendere con altri. Se c’è stata tanta gente condannata o ancora in mezzo a certe situazioni la responsabilità è loro. Mai detto nulla di cui mi debba vergognare, non ci sono polemiche che non rifarei ».
Zeman afferma cose che la gente pensa, ha detto il presidente del Coni Petrucci, ma questa estate ha fatto il juke-box: metti cento lire ed ecco tre polemiche con relative risposte. A volte non ha cominciato lui, ma insomma ha soffiato volentieri sul fuoco. Lo scontro con la Juve quasi mai è stato diretto, ma soprattutto tramite terzi interessati (Vialli e Ferrara).

Nell’ordine: 1) Il boemo sulla Juve: «I trenta scudetti della Juve? Credo che già 28 siano troppi». 2) Zeman sulla squalifica di Conte: «Se c’è una lunga squalifica a
tempo, un tecnico non dovrebbe nemmeno allenare». 3) Vialli sull’allenatore della Roma: «Zeman è un paraculo, combatte le battaglie che gli convengono». 4) Risposta di Zeman a Vialli: «Pensavo avesse smesso di prendere farmaci ». 5) Ferrara su Zeman: «Non lo stimo non gli stringerò la mano ». 6) Zeman su Ferrara: «Sono i tribunali a essersi interessati per dieci anni a questa storia non io».
E così via, metteteci le polemiche con Abete «nemico del calcio» e gli arbitri che sbagliano e lo show è davanti ai microfoni più che sul campo, dove la Roma ha azzeccato solo la partita di Milano contro l’Inter. Per il resto di “zemaniano” non si è visto nulla. Tanto che l’ironia a Roma comincia a farsi feroce: «Sembra un film di Star Trek, gli Zemaniani contro i Klingon ».
Il mondo Juve non sopporta Zeman anche più dell’Inter. Persino l’ex presidente Cobolli Gigli è intervenuto: «Se ne stia a fumare al bar, allenare non è per vecchi». La polemica e l’attacco sono diretti, non sempre mediati da un tribunale, che pure sulle accuse del ‘98 ebbe da lavorare ma sostanzialmente non ha mai chiuso la vicenda. Assoluzione per il doping, abuso di farmaci in prescrizione. Zeman ha sempre sostenuto inoltre che il clan Moggi gli abbia rovinato la carriera. «Io non ho paura — dice l’allenatore della Roma pensando al momento in cui si siederà in panchina — certamente l’ultima volta l’accoglienza non è stata molto carina. L’ho anche segnalato al delegato della federazione. Risulta strano che dopo 90 minuti di offese non succede niente e però se uno fa “buu” prende squalifica o multa per razzismo». E ancora non si è
giocato…


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