LA REPUBBLICA Decide il prefetto: Cagliari-Roma non si gioca

Quartu Sant' Elena

(A. Di Maria) – Cagliari-Roma non si gioca. Rinviata a data da destinarsi. Lo ha deciso il prefetto nella notte, dopo la sfida di Cellino, che aveva invitato i tifosi a recarsi allo stadio «perché i miei ingegneri reputano lo stadio agibile», contro la decisione istituzionale di far disputare il match a porte chiuse. La conclusione di una giornata frenetica, se non allucinante. Ecco il racconto. Nel pomeriggio era arrivato ancora un no per l’apertura del nuovo stadio Is Arenas. Dopo le ultime disperate richieste dei sardi nella speranza di un dietrofront da parte della Prefettura. Niente da fare: Cagliari e Roma a porte chiuse, come già accaduto per la sfida con l’Atalanta. Confermando quanto stabilito il 19 settembre scorso, divieto motivato dal fatto che non sono «mutate le condizioni che avevano dato luogo all’adozione delle citate decisioni».

Ovviamente scontento il Cagliari, che sperava quanto meno in un’apertura parziale dell’impianto. Ma niente avrebbe fatto pensare all’ipotesi surreale, se vogliamo chiamarla così, del suo presidente, Massimo
Cellino, arrivata direttamente sul sito ufficiale della società sarda: «Visto il perdurare della situazione, che porta a non vedere più un futuro per via delle difficoltà burocratiche ed il disinteresse
collettivo delle istituzioni, la Società Cagliari Calcio invita e chiede a tutti i suoi tifosi, titolari di biglietto e abbonamento, di recarsi allo stadio per assistere alla partita nel rispetto dell’ordine e della civiltà. La Società e i suoi ingegneri reputano infatti la struttura agibile e sicura».
 Poco sicura rischia a questo punto di diventare la situazione intorno allo stadio. Se i tifosi andranno davvero all’Is Arenas e poi le forze dell’ordine impediranno l’ingresso cosa accadrà? «Questo atto – conclude il comunicato del Cagliari – assolutamente pacifico, è spinto dal dolore e dalla frustrazione, per difendere il diritto di esistere. Viceversa è giusto prenderne atto». Come sarebbe giusto prendere atto di una decisione presa dalla Prefettura. E dalla legge che stabilisce le competenze.


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