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IL TEMPO Zeman, Roma è già sua

Zdenek Zeman

Osannato e premiato dal sindaco dopo il colpaccio a San Siro «Vogliamo essere l’anti-Juve e disturbare tutti sul campo».

Premiato dal sindaco, osannato dai romanisti e perfino dagli avversari. La Roma di oggi fa rima con Zeman: si parla solo, o quasi, di lui, si studiano le sue mosse e ogni singola frase pronunciata. I dirigenti l’avevano messo in preventivo quando l’hanno scelto. E se in campo le cose continuano a funzionare come a San Siro, andrà benissimo così. I giocatori hanno festeggiato la vittoria con l’Inter dentro lo spogliatoio del «Meazza» con grande entusiasmo, lo stesso del presidente Pallotta che ha seguito come sempre la partita in tv dagli States. Zeman non è una sua scelta diretta ma ora anche lui sta scoprendo il fascino del maestro riportato a Trigoria da Baldini e Sabatini.

Il giorno dopo la prima, piccola impresa della stagione il boemo viene omaggiato nella Sala delle Bandiere del Campidoglio da Alemanno con il premio «Avversari sì, nemici mai». Prima e dopo la visita e la chiacchierata privata con il sindaco, con tanto di passaggio rituale sul balcone dello studio di Alemanno, c’è stato spazio per tornare sulla gara di Milano. «È sempre una bella soddisfazione quando si vince – le parole di Zeman – noi gli anti-Juventus? Speriamo di sì, vogliamo disturbare tutti sul campo. Peccato fermarsi proprio ora, mi auguro che i vari “nazionali” tornino da noi con lo stesso entusiasmo». […]

«Alla prima col Catania – prosegue Zeman – non abbiamo fatto tanto male, abbiamo preso due gol in fuorigioco». Ricordarlo non fa mai male, «tanto si parlerà sempre di arbitri, sono importanti nelle partite e ci sarà sempre da ridire». L’espulsione di Osvaldo domenica è stato l’ultimo errore, ma Zeman invita l’argentino «a protestare meno così risulta meno antipatico ai direttori di gara». Una piccola macchia in una serata perfetta, la prima prova concreta che da quest’estate la squadra abbia imboccato una strada giusta. Tra i tanti meriti del tecnico c’è l’intuizione di riportare Totti a sinistra. «Non ho nulla da dire su di lui, da 15 anni è un giocatore importante». L’esterno, però, non lo aveva più fatto e, dopo qualche titubanza iniziale, Zeman è riuscito a convincere il capitano. Una mossa che ha consentito a Osvaldo di riprendersi l’area di rigore e anche qui i risultati danno ragione al boemo:due partite, due gol dell’italo- argentino e almeno altri quattro sfiorati o sciupati. Adesso bisogna lavorare su Destro e Lamela: il primo deve studiare da esterno, mentre per l’argentino bisogna lavorare soprattutto sulla testa.

Con l’Inter è migliorato anche il centrocampo, grazie al debutto di due ragazzi voluti fortemente da Zeman. Tachtsidis al centro ha fatto meglio di De Rossi e lo stesso centrocampista azzurro, nella mezzora giocata, è sembrato più a suo agio nel ruolo di intermedio. Impressionante l’impatto di Florenzi, uno nato per giocare agli ordini del boemo. Il titolare resta Pjanic, ma per lui vale il discorso di Destro: deve capire meglio i suoi compiti.

La difesa è il reparto con più problemi. I tentennamenti di Piris uniti agli infortuni di Balzaretti e Dodò non fanno stare tranquillo Zeman. Almeno al centro le cose funzionano: Burdisso-Castan sembra già una coppia affiatata. E dietro c’è Stekelenburg a cui l’allenatore ha restituito fiducia : l’olandese può diventare un altro punto di forza. «Ma conta essere una squadra» ripete spesso Zeman, ieri di nuovo al lavoro con i suoi ragazzi. Riposo? Non se ne parla prima del weekend. Il segreto è anche questo.

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