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IL ROMANISTA Pjanic ok con la Bosnia: “Adesso sto bene”. Van Gaal punisce Stek e lo manda in panchina

Pjanic

(C. Zucchelli) – «Sto bene e sono pronto per giocare». Detto, fatto. Parlava così ieri Miralem Pjanic prima della partita che la sua Bosnia ha stravinto con il Liechtenstein per 8-1, Il centrocampista romanista, che a San Siro era rimasto in panchina perché non al meglio fisicamente, ha giocato quasi tutto il tempo (80 minuti) confermando così che i problemi muscolari sono ormai alle spalle: «Contro l’Inter – ha detto – non ho giocato perché non stavo bene». Le stesse parole le aveva detto Zdenek Zeman al Meazza spiegando che il bosniaco era stato escluso per «motivi fisici altrimenti avrebbe giocato».

 

Al posto di chi? Tachtsidis o Florenzi? «Uno dei due…», la risposta sorniona di Zeman. Uno che, nonostante Pjanic non abbia proprio le caratteristiche dell’intermedio ideale per il suo gioco, stravede per questo ragazzo di appena 22 anni con talento ed esperienza da vendere. Un giocatore tanto forte quanto «intelligente», capace di adattarsi a qualsiasi modulo e capace anche di capire che, con Totti dalle sue parti, dovrà cambiare modo di agire. Perché Totti non è un attaccante esterno classico e spesso e volentieri arretra il suo raggio d’azione.

 

Quindi le soluzioni sono due: o Pjanic cambia i movimenti per non pestarsi i piedi col Capitano oppure potrebbe essere spostato a destra dove Destro o Lamela di certo non vanno ad agire nella sua zona di campo. Zeman ci sta pensando e sta pensando anche al modo migliore per poter sfruttare un potenziale enorme della Roma. Un giocatore che piace a mezza Europa – quest’estate lo voleva il Barcellona ma anche in Premier League hanno chiesto informazioni – e che considerando l’età ha margini di miglioramenti a dir poco ampi. La Roma, per evitare di ripetere l’esperienza dello scorso anno quando tornò da una partita con la nazionale in condizioni fisiche precarie avrebbe preferito che restasse a Trigoria a curarsi ma sa perfettamente che ci sono giocatori – e Pjanic è uno di questi – che alla selezione del proprio paese non dicono mai di no.

 

Per questo massima libertà al giocatore e massima fiducia nella sua capacità di gestirsi. «Se avesse avvertito ancora dolore non avrebbe giocato», dicono da Trigoria. Pjanic in questo senso ha dato ampie rassicurazioni ma ha spiegato che per lui la nazionale è importante soprattutto, e per De Rossi si può fare lo stesso discorso, perché la Roma quest’anno, per la seconda volta di fila non fa le coppe europee. E quindi le qualificazioni Mondiali sono l’unica occasioni per poter disputare incontri di livello internazionali. Magari un po’ più complicati di quella di ieri sera col Liechtenstein. In campo, oltre a Pjanic, anche Lobont, che ha difeso i pali della Romania contro l’Estonia, mentre Maarten Stekelenburg non ha giocato con l’Olanda contro la Turchia. Al suo posto Krul.

 

Il portiere romanista non ha preso benissimo l’esclusione che pure era prevista alla vigilia visto che il ct aveva fatto capire, in modo neanche tanto velato, che non avrebbe schierato i giocatori che più lo avevano deluso nella «pessima amichevole di Ferragosto contro il Belgio».

 

Stekelenburg c’è rimasto male. Perché è vero che nel derby dei Paesi Bassi non aveva brillato – due dei quattro gol presi dagli Orange erano stati responsabilità sua – ma è vero anche che per la nazionale olandese ha sempre dato il massimo tanto che in primavera, visto il dolore alla spalla, aveva rinunciato a forzare con la Roma per poter essere al massimo per gli Europei. Le cose non sono andate benissimo, ma Stek era convinto che il posto da titolare fosse suo. Van Gaal, almeno per adesso, non la pensa così.


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