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IL ROMANISTA Il triangolo no, non ci aveva preventivato…

Galliani

(M. Bianchini) – Il “triangolo” dell’arroganza che per anni si è spartito il bottino con equanime cadenza, attingendo con mani non sempre pulite al campionato di calcio, sta perdendo miseramente i pezzi. Sembrava inattaccabile la roccaforte del calcio nordista, ritenuta superba università del football di campo e di stile. L’indecorosa caduta in serie B della vecchia madama iuventina, che per di più generò squallide contese di scudetti fasulli con la società di Moratti, aggiunti alle ombre di Calciopoli che non risparmiarono neppure l’altro compare milanista, avrebbero dovuto già da tempo indurre i cortigiani travestiti da elettricisti a spegnere le luci della ribalta. Invece i soliti valletti hanno pensato bene di difendere il “posto” di lavoro. Si è andati avanti con successi non sempre limpidi, costruiti sul “condizionamento psicologico” che non è una favola, e sul contributo di mecenati dotati di borse pingui, ma costretti successivamente a stringere i cordoni quando la montagna di debiti ha rischiato di sommergerli.

Pur di pararsi le membra, hanno venduto fior di campioni contando su resurrezioni immediate nel clima congeniale del consueto lei non sa chi sono io. Hanno pensato: basterà il “bau-bau” a far rispettare la nostra “storia”. Fanno quasi tenerezza. Come primo peso dallo stomaco, seppur non in ordine d’importanza, vorrei togliermi un interrogativo che pochi si sono posti: perché Guberti è stato squalificato tre anni per un identico reato commesso da un compagno che invece gioca in Champions? Rischieremmo l’angolo dei “maliziosi” chiamando ancora in causa il puntuale “la sudditanza psicologica”, esplosa sotto traccia per tacitare i detrattori della alla Giustizia sportiva? Sono vietate le code di paglia che invece sono del tutto assenti nel “cortile” del Milan dove le “comari” litigano alla luce del sole. Adriano Galliani, in veste di solerte pompiere, ha detto che fra Allegri e Inzaghi c’era stato soltanto uno scambio di “battute amichevoli”. Il tutto mentre il “diavolo” sembra aver perduto corna e coda , strapazzato in Italia e all’estero. Non ce ne vogliamo gli amici di SKY, ma sta rischiando di scadere nel patetico la puntigliosa difesa del “tutto va bene” in casa Milan. Ieri sera è stato coinvolto nella discussione pure l’incolpevole Maurizio Compagnoni, costretto a balbettare parole imbarazzate e forse maledicendo dentro di sé a chi era venuto in mente di chiamarlo a testimone sulla vicenda. In serata, ospiti delle telecamere di SKY, Allegri e Inzaghi hanno dato vita ad una scadente farsa riconciliatoria, chiaramente ordinata dal “Padrone”, denunciando una spiccata propensione per il ruolo di improbabili attori. Cose di “triangolo” che non finiscono qui. L’Inter sembra un naufrago in cerca disperata di una ciambella di salvataggio che non riesce ad offrirle più neppure Moratti, anch’egli in cerca di un salvagente. Non sarà sfuggita l’ultima amenità diffusa nell’etere, a conferma del clima sconcertante che si è venuto a creare intorno ai detriti dello splendore in via di decadimento. Si è detto: se l’Inter non riesce a vincere, è soltanto per colpa dell’erba di S. Siro. Sì, avete capito bene. E’ l’erba cattiva ad impedire la marcia di Stramaccioni e la sua truppa. E se arriva uno striminzito pareggio in extremis in Europa League, il campo diventa improvvisamente perfetto e i denti del presidente tornano a mostrare il loro fulgore. Ormai si accontentano di poco i nostalgici del tempo che fu. Però, a proposito del prato milanese, ci pare di ricordare che appena due settimane fa sulla stessa erba, la Roma abbia impartito una lezione di calcio ai poveri interisti, vittime dei “giardinieri”. E allora come la mettiamo? Semplice. In estrema sintesi, nella roccaforte di un potere che non c’è più, sarebbe saggio cominciare a rendersi conto che il sole di Roma e il mare di Napoli si apprestano a fare giustizia delle “marachelle” fin’ora rimaste nascoste nelle tristi nebbie del “triangolo” di antica memoria.


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