IL MESSAGGERO «La mia Roma tra le grandi»

Zeman

(A.Angeloni) –  È la sua prima vittoria a San Siro, vero? «Può darsi…», sussurra Zdenek Zeman lasciando la Sala delle Bandiere in Campidoglio, dopo aver ritirato il premio sportivo d’Elite «Avversari sì, nemici mai». Ma come può darsi? O sì o no. Può darsi, ripete. Non si ricorda, fa finta o forse non la ritiene così importante. Forse per Zdenek non è un qualcosa che faccia la differenza. Per lui vincere non significa solo portare a casa i tre punti, altrimenti non sarebbe Zeman. Vincere è anche uscire tra gli applausi, divertire, piacere, stupire. Vista sotto questo aspetto, allora a Milano ha vinto tante altre volte. Questione di morale, di etica, non solo di punti. […]

Avversari sì, nemici mai, è lo spot che si vuole lanciare insieme con il premio consegnatogli ieri. Eppure Zeman da sempre è nemico della Juventus (o viceversa), perché ha denunciato alcuni aspetti poco chiari che poi sono finiti sotto la lente della magistratura ordinaria e sportiva. Conseguenze? Qualcuno si è rovinato l’immagine, lui ha semplicemente smesso di allenare nel calcio che conta. Troppo scomodo per i potenti. Ora che è tornato, va avanti con gli stessi principi ma si ritrova a lottare per lo scudetto, tra le altre, proprio contro la Juventus e se vogliamo è una novità assoluta. Con i bianconeri sempre sfide dialettiche, ora siamo al duello sportivo. «Nei campi si vedono anche gesti positivi. La Roma sta cercando di fare calcio, i giocatori devono avere rispetto per gli avversari, stringere loro la mano a fine partita. Esistono già premi per la disciplina, ma questo non interessa a nessuno», le prime parole del boemo in Campidoglio, il giorno dopo San Siro, stadio diventato amico. […]

La mattina seguente è sempre più dolce dopo una vittoria così. Zeman è tornato a stregare la gente, al di là della disciplina, dell’etica e del calcio pulito. La Roma batte e l’Inter e un popolo torna a sognare. Che ne pensa, Zeman? «È sempre una bella soddisfazione quando si vince, noi lo abbiamo fatto con merito, la squadra si è espressa bene e io sono molto contento. Lo scudetto? Non so quanto tempo ci voglia affinché questa diventi la mia Roma, però stiamo lavorando bene e i risultati stanno arrivando. Quanto allo scudetto, il concetto è sempre lo stesso: vogliamo competere e giocarcelo, vogliamo disturbare tutti sul campo, speriamo che tutto questo ci riesca. È un peccato interrompere il campionato dopo un risultato importante, abbiamo otto-nove nazionali, speriamo tornino con l’entusiasmo che hanno mostrato contro l’Inter».

L’entusiasmo non manca a Totti, che corre come un ragazzino. «Su Francesco niente da aggiungere, quel che penso lo vado dicendo da tanto tempo: da quindici anni è un giocatore importante, un fuoriclasse, sono contento che stia in forma, ha fatto la preparazione molto bene e i risultati si vedono». Bene anche i calciatori più giovani, vedi Tachtsidis e Florenzi. «C’è una buona rosa di giocatori a disposizione, possono essere utili tutti, il problema è indovinare i tempi di quando deve giocare uno o un altro». Tutto bene adesso, quando invece, dopo il Catania, era tutto da buttare. Roma è così, forse il difetto maggiore di una città meravigliosa e ansiosa. Zeman di ansia ne ha poca. «È normale che a inizio campionato nessuna squadra sia pronta, alla prima non abbiamo fatto poi tanto male, abbiamo preso due gol in fuorigioco…». Lo ricorda a sette giorni di distanza, lo ha detto quella sera stessa. Le solite polemiche contro gli arbitri? Non esisterà mai una giornata di campionato senza polemiche. «Si parlerà sempre di arbitri, sono persone importanti che stanno in campo e prendono decisioni, ci sarà sempre da ridire».[…]

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