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GAZZETTA DELLO SPORT Tachtsidis, De Rossi e Florenzi le sicurezze di Zeman

Inter-Roma Tachtsidis-Totti-Taddei-Pjanic

(C. Morace)Omaggi e tributi a Francesco Totti. Per chi ama questo sport, la prestazione del capitano è puro calcio. Sono una convinta sostenitrice dell’importanza dell’organizzazione di gioco ma, signori, quando si ha un campione così, tutto diventa semplice. Con Tachtsidis di fronte alla difesa e De Rossi centrocampista interno, Zeman risolve il rebus della zona mediana e il giovane Florenzi regala quantità e qualità.

Il greco Tachtsidis in quella posizione va rivisto: ottimo nella visione di gioco e nell’infilare la palla nei corridoi della retroguardia interista, ma troppo lento ed impacciato nei contrasti diretti. Buono nell’intercetto ma quando deve recuperare ed entrare nella linea difensiva per ricompattare il reparto mostra evidenti limiti tattici. Ma è giusto dargli tempo. Per De Rossi la posizione che Zeman ha scelto per lui è quella che permette al giallorosso di esprimersi al meglio in fase offensiva. Poco importa al boemo se ci rimette un po’ in copertura. Le qualità di Daniele sono ben note, tempi di inserimento, ricerca della porta ed intuizione del gol ne fanno uno dei migliori giocatori al mondo.

Nella Roma di Zeman, la differenza la fanno le incursioni improvvise dei centrocampisti interni, così come ha fatto Florenzi contro l’Inter nell’occasione del gol. La Roma non è ancora al top della condizione fisica e fino a quando non raggiungerà questo presupposto sarà difficile vedere quelle continue verticalizzazioni che contraddistinguono le squadre di Zeman. Per ora i tifosi si godano il tentativo di raddoppiare e triplicare sulle fasce che diventerà, a breve, molto più efficace e continuo. Se vogliamo trovare un neo, alla Roma manca una maggiore convinzione dei difensori esterni di accompagnare l’azione offensiva.

Se Stramaccioni imputa la sconfitta ad un “calo mentale” della sua squadra fa un grave errore. I nerazzurri, in fase difensiva, hanno lasciato spazi infiniti alle incursioni romaniste. Abbiamo visto Zanetti avvicinarsi alla panchina e dialogare con il tecnico quando, per l’ennesima volta, si vedeva messo in mezzo a due/tre giallorossi. I nerazzurri non sono mai riusciti ad attaccare la difesa romanista alle spalle, là dove potevano far male con ripartenze veloci e repentini uno-due. Ma per attaccare la profondità il tecnico aveva bisogno di Palacio e di schierare da subito il 4-3-3. Sneijder trequartista centrale, trovando gli spazi occupati da Tachtsidis ha faticato, la squadra è sembrata priva di personalità ma anche intimorita, balbettante con i soli Guarin e Nagatomo efficaci nei dribbling e nelle giocate.

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