CORRIERE DELLO SPORT Zeman è tutta un’altra storia

Zeman

(A. Ghiacci) – Quanto possono cambiare le cose nella vita in quattro mesi? Tanto, evidentemente. Perché se si parla di Roma e si pensa alla situazione dei giallorossi tra fine aprile e inizio maggio, quattro mesi fa appunto, ci si accorge immediatamente che si tratta di tutto un altro mondo. Con il cambio di guida tecnica,da Luis Enrique a Zeman, si è passati da quello che era stato ribattezzato hombre vertical al maestro del gioco vertical(e). Una diversità sostanziale, fondamentale, tra i due 4-3-3. Questo giornale ha già parlato più volte dell’argomento, sintetizzandolo perfettamente nel titolo: «Dal dai e stai al dai e vai» . Ma la differenza, seppure in un campo limitato di analisi come possono essere due sole giornate di campionato, è importante anche nei numeri. Dal tecnico asturiano a quello boemo la Roma è cambiata così: 3 punti in più, 4 gol segnati in più in sole due partite, una delle quali è stata la stessa, in casa dell’Inter. (…)

ENTUSIASMO – Il 25 aprile scorso, dopo il ko casalingo contro la Fiorentina, Luis Enrique ha manifestato l’intenzione di lasciare la Roma. Qualche tempo dopo la scelta che ha portato al ritorno di Zeman è bastata ai tifosi romanisti per ripartire di slancio. L’entusiasmo, con il ritorno di un allenatore con cui il rapporto è stato forte nel biennio 1997-1999, è salito alle stelle. In tanti hanno voluto riavvicinarsi alla squadra: gli abbonamenti sono aumentati del 50% rispetto alla scorsa stagione.Solo merito di Zeman, quindi? In parte sì, ma non esclusivamente. Perché i risultati della rivoluzione asturiana, la prima della nuova proprietà del binomio Pallotta-Unicredit, hanno profondamente deluso le aspettative. Di più: hanno comportato la cosa peggiore che un club può immaginare, vale a dire il disamoramento del proprio pubblico. Tutto passato, ormai. Tutto alle spalle. Quello romanista, quattro mesi dopo, è tutto un altro universo. Però, anche se i risultati parlano chiaro, non significa necessariamente che Luis Enrique non potrà mai diventare un grande allenatore. (…)
CAMBIO – I risultati quindi sono lì a testimoniare il cambio di passo. Ma l’arrivo di Zeman al posto di Luis Enrique ha cambiato la Roma nello spirito. La conferma arriva per bocca degli stessi giocatori: prima si puntava sul possesso palla, sviluppando una grande mole di gioco per vie orizzontali, una tattica di scuola spagnola che però se non esercitata alla perfezione è banale e pericolosa. Ora no: una volta che ha il pallone, la Roma cerca di arrivare alla porta avversaria nel minor tempo possibile. Verticalità, sempre e comunque. E se i risultati dopo due giornate sono così differenti un motivo dovrà pure esserci. La Roma di Luis Enrique l’anno scorso ha iniziato il campionato perdendo in casa con il Cagliari (1-2) e pareggiando in casa dell’Inter (0-0). Zeman ha pareggiato con il Catania (2-2) e vinto stupendamente nella Milano nerazzurra (1-3). Tanto basta – e non è poco… – per annotare e sottolineare tutte le differenze del caso. Luis Enrique pareggiò la terza partita, 1-1 in casa con il Siena. (…)


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