CORRIERE DELLO SPORT Trionfo a San Siro: Roma Roma Roma

Esultanza dopo il gol

(A.Ghiacci) Fermi tutti, ecco la Roma. Presa per mano e guidata da c’è solo un capitano. Francesco Totti disegna calcio e lascia tutti a bocca aperta, per l’ennesima volta nella sua straordinaria carriera. Con l’uscita dal campo di De Rossi e Balzaretti, due tra i più esperti di questa Roma, è il numero dieci a salire in cattedra e a guidare il gruppo di ragazzetti che meravigliosamente gli gira intorno. L’immagine più bella è quella del colosso Tachtsidis che a fine partita si prende Totti su una spalla e lo porta sotto lo spicchio di stadio dove sono assiepati, festanti e felici, i tifosi romanisti: a un certo punto il greco mette giù il fenomeno e lui, da capitano e uomo-Roma totale, lo abbraccia e lo bacia. (…) Totti però ormai conosce tutto a memoria di questo mondo e non si lascia trasportare: «Sta nascendo una grande Roma? Il successo ci dà morale, ma attenzione perché ora è facile esaltarci, come spesso è facile andare giù, quindi rimaniamo con i piedi per terra e cerchiamo di fare ogni domenica come oggi. Non è semplice, ma ci proviamo» Totti però, con il ritorno alla vittoria nella San Siro nerazzurra dopo cinque anni, è contento, felice, gli si legge in faccia: «Questa è una squadra completa, anche perché per affrontare l’Inter bisognava fare questa gara, una grandissima partita. L’abbiamo affrontata al meglio e vincere a Milano davanti a tanti tifosi arrivati qui per seguirci è sempre un grande risultato. Con tutta questa gente al seguito è tutto più facile» .

GENIALE– Pazzesco? Fantastico? No, semplicemente geniale: questa è stata la partita che il capitano giallorosso ha giocato ieri sera al Meazza. Aveva ragione Zeman quando parlava di«tutto come tredici anni fa» Per Totti il tempo, di nuovo sotto la guida del boemo, sembra non essere trascorso. Al di là delle statistiche, che da sole con 60 – ancora, sessanta! – passaggi riusciti potrebbero bastare, bisogna parlare di un artista del pallone. Due assist che valgono due gol, uno per Florenzi con un tocco morbido e uno per Osvaldo: piatto precisissimo, chirurgico, mentre era in corsa e contrastato. «Prima che iniziasse il secondo tempo ci siamo messi d’accordo che o io o lui facevamo gol, l’ha fatto lui, una rete pesantissima sia per noi che per i tifosi che sono venuti a sostenerci. Quando si vince coì a San Siro… chapeau!» dice il capitano. Che non si è fermato, con tocchi – e tacchi – aperture, intuizioni, tagli. Di tutto e di più, regista a tutto campo. Ancora? Si, ancora: non si è fermato un secondo, ha corso e rincorso Inter e compagni, andava al doppio degli altri, in un paio di occasioni si è visto all’altezza della difesa per dare man forte e rinviare il pallone. Geniale: sul finale di partita è partito dalla trequarti ed è andato a dare fastidio a Castellazzi, che ricevendo dai compagni di difesa è stato portato all’errore nel rinvio. «Sto bene fisicamente – racconta Totti – in questo modulo mi trovo bene e poi è normale che quando la squadra gira va bene anche per me. Le gambe vanno, la prestazione oggi è stata altissima da parte di tutti. Ho giocato più in mezzo e penso che i risultati si siano visti. I complimenti di Modric? Da un grandissimo come lui non possono che fare piacere» .
GRAZIE– Totti come detto ha impreziosito la sua partita con due assist che valgono come due gol. Il primo lo ha regalato a Florenzi, giovane prodotto del vivaio giallorosso, tornato a Roma dopo gli 11 gol di Crotone che alla prima da titolare con la squadra di cui è tifoso ha timbrato subito il cartellino mettendo bene la testa sul tocco fantastico del numero dieci: «Florenzi non è più giovane, ormai è abituato a giocare a grandi livelli, è stato molto bravo, non è facile segnare alla prima a San Siro» . E l’amico Osvaldo? «Uno dei due doveva segnare, l’ho detto. Sono contento che abbia segnato lui» . Anche generoso. L’ultima cosa per alzarsi e applaudire Totti finché le mani non diventano rosse.
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