CORRIERE DELLO SPORT “Non ho paura degli insulti, voglio vincere”

Zeman in conferenza stampa

(R. Maida) – Solo per un momento le rughe si aprono in un’espressione infastidita. Succede quando gli viene ricordato che lo Juventus Stadium lo aspetta come il peggiore dei nemici. Zdenek Zeman punta il dito fuori da Trigoria, lontano, per indicare «loro» , cioè i tanti ex juventini che si sono scagliati negli anni contro di lui: da Vialli a Ferrara, passando per Lippi. «I fischi ci possono stare – spiega Zeman alla vigilia della trasferta dell’anno – ma chi mi attacca dovrebbe prendersela con qualcun altro. O con se stesso. Io che c’entro? I danni alla Juventus non li ho mica fatti io» . Non c’è polemica nelle sue parole. Non stavolta. Zeman è solo stanco di beccarsi parolacce ritmate, come gli è capitato sei anni fa nell’ultima partita giocata (e persa 4-1 in serie B) in casa della Juventus, alla guida del Lecce[…]

STIMOLO – Dal punto di vista tecnico, Zeman riempie di complimenti l’avversario: «La Juve è la squadra più forte del campionato. E’ un anno avanti alla Roma e sta continuando a lavorare nel modo giusto. Noi stiamo costruendo» . Ammira anche Conte, che faceva parte della squadra finita sotto processo dopo le sue dichiarazioni sui farmaci: «Mi piaceva come calciatore, infatti stavo per portarlo al Foggia. E mi piace come allenatore: ha dato mentalità e gioco alla squadra» . Non per questo vuole trasmettere il messaggio di un gruppo sfiduciato: «Proveremo a mettere in difficoltà la Juve, per dimostrare di non essere inferiori. I miei giocatori sanno che gli avversari sono umani: hanno due gambe, due braccia e una testa. Puntiamo a vincere questa partita, che è stimolante per la squadra e per i tifosi. Anche se per me vale il discorso sempre fatto per il derby: i punti in palio sono sempre tre» .[…]

 

LA DIFESA – In volo per Torino ha dormito tutto il tempo. Chissà se avrà sognato la partita buttata via contro la Sampdoria: «Ripeto quello che ho già detto. Sono soddisfatto di come ha lavorato la squadra. Abbiamo tirato ventiquattro volte in porta, gli altri due. Forse a Roma qualcuno pensa che io possa vincere 6-0 tutte le partite. Ma non è mai successo, soprattutto all’inizio della stagione. I risultati non stanno arrivando ma ho fiducia» . Non accetta l’idea di un calo atletico nei secondi tempi: «I giocatori hanno corso anche troppo. Anzi, dopo il pareggio della Sampdoria di più. Non a caso, guardando le statistiche,abbiamo fatto lo stesso numero di tiri nel primo e nel secondo tempo» . Allora c’è un problema di personalità. Dopo il gol di Munari la Roma si è quasi arresa: «Questo può essere, ognuno ha la sua psicologia. Il mio compito è trasformare tanti modi di essere in un corpo unico, che è la mentalità di squadra. Purtroppo mercoledì siamo stati travolti dalla frenesia di vincere davanti al nostro pubblico e non siamo riusciti a fare il nostro gioco» . Perché non ha provato a cambiare qualcosa? «Se avessi sostituito qualcuno avrei fatto peggio. E non potevo mica fermare la voglia di vincere dei miei ragazzi…». Non sarà che gli avversari preparano le partite aspettando il calo fisiologico della Roma? Pioli e Ferrara l’hanno detto esplicitamente: «Se sapessero come contrastarci, non ci lascerebbero ventiquattro tiri in porta. Lo scorso anno, tutti ci conoscevano eppure il Pescara ha segnato 90 gol. Non è questo il punto. La verità è che in quattro partite non abbiamo mai sofferto sul piano del gioco. […]» .

 

 IL MODULO – Baldini, che gli siede a pochi metri in aereo, a La Stampa ha spiegato che Zeman ha cambiato sistema di gioco in onore di Totti, confermando le impressioni di ogni spettatore: la Roma gioca un 4-3-3 personalizzato, un 4-3-Totti-2. Questo discorso non piace all’allenatore: «Totti giocava così anche 13 anni fa. E Baldini c’era, quindi se lo ricorda. Per me non c’è nessuna novità» .[…]


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