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CORRIERE DELLO SPORT Cellino: “Ho evitato il caos e invece vengo infamato”

Cellino

(R. Maida) – Ore 23 italiane, il telefono finalmente squilla. Da Miami, Massimo Cellino è un uomo provato, stanco, distrutto da un weekend infernale. «C’è poco da parlare – premette – sono in preda allo sconforto e sono anche lontano, perciò posso seguire solo marginalmente la questione. Una cosa è certa: ho sempre rispettato  

le leggi e invece di essere onorato, in Italia vengo infamato» .
Presidente, come mai ha fatto quel comunicato? 
«Semplice. Temevo che allo stadio andassero in ventimila, che potesse succedere qualcosa di grave con gli ultrà. Invece con il mio appello sarebbero andati solo gli abbonati, che sono in buona parte donne e bambini. Non è stato compreso il mio messaggio: ho evitato il caos».
Poteva sembrare un’incitazione alla violenza. Per questo il prefetto ha rinviato la partita. 

«La situazione a Cagliari è molto più complessa di quanto non sembri da fuori. Non era mia intenzione mettermi contro le istituzioni. Che interesse avrei? Ma adesso è scoppiata la bomba. E tutta Italia capirà i nostri problemi. Io difendo i sardi».
Quali sarebbero? 

«L’anno scorso abbiamo giocato undici partite al Sant’Elia con due tribune fatiscenti, in uno stadio che da una vita non era a norma. Poi siamo andati a Trieste. Ora cerco di costruire lo stadio ma mi ostacolano sempre. Siete andati a Is Arenas?».
Sì. Non è ancora pronto per ospitare i tifosi. 

«Abete dice che sono la vergogna del calcio. Ma io rispetto le regole altri invece no…»
«Per forza. Non mi fanno finire i lavori. Ogni volta che avanziamo, siamo costretti a fermarci per un motivo o per un altro. Se non ci bloccano, io l’ultima tribuna la finisco in pochi giorni».
Intanto il Cagliari quasi certamente subirà lo 0-3 a tavolino. 
«Mi creda, questo è l’ultimo dei miei guai. La Roma mi è simpatica, stimo Baldini, le darei anche nove punti in classifica se potesse servire a qualcosa».
Sa che rischia gravi sanzioni? Potrebbe essere deferito e inibito. 

«Non so cosa sarà deciso ma tanto io sono già stato inibito dal calcio. Si rende conto che Abete mi ha detto che sono la vergogna del nostro mondo? Io che non ho mai avuto un deferimento in 21 anni, mentre altri fanno i passaporti, le scommesse, doping, falsi in bilancio, calciopoli… Io rispetto le regole, altri no. Ma non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere»,
Non c’è nella sua testa l’idea di lasciare il Cagliari dopo questa bufera? 

«Le rispondo così: il Cagliari è tutta la mia vita, se dovessi rendermi conto che sono dannoso per la mia squadra farei harakiri».
E quando costruirà il nuovo stadio, quello di proprietà? 

«E chi lo sa? Non dipende da me. Finora non è stato possibile, tra il caso Elmas e tutto il resto. Intanto vorrei poter completare Is Arenas».

 

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