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AS ROMA Candela: “Zeman non è responsabile per la sconfitta col Bologna. Lo aspettano al varco”

Vincent Candela
L’ex terzino della Roma dello scudetto Vincent Candela ha parlato dei giallorossi e di Zeman, che fu suo allenatore agli esordi da romanista. Queste le sue dichiarazioni.

Roma – Bologna da 2-0 a 2-3. Praticamente l’apoteosi per i detrattori di Zeman.

“Sì, è vero, tanti lo stavano aspettando al varco, è molto più facile criticare che dire bravo. Anche io ho parlato di questa partita e per me Zeman non c’entra niente. Bisogna anche considerare un aspetto, la società cambia, gli allenatori cambiano, cambiano i presidenti e i giocatori, però a Roma si sono verificati episodi simili anche negli anni scorsi, penso 2 anni fa a Genova da 3-0 a4-3. I goal che normalmente prende Zeman sono in contropiede, qui la difesa era tutta schierata, anche per questo io non gli darei colpe in questa partita. L’unica cosa che posso dire, non mi sono piaciuti i cambi che ha fatto sul 2-0,la Roma è una squadra giovane, pecca ancora a livello di esperienza, di gestione del risultato, ma è normale quando ci sono giocatori giovani che corrono senza fermarsi un attimo, non si può essere perfetti. Per me è mancata la sicurezza, la personalità nella gestione del 2-0 quando il risultato sembrava al sicuro”

L’avvio di stagione non è stato quello sperato, ma il pareggio con il Catania e la sconfitta interna contro il Bologna sono anche attribuibili a episodi sfortunati. A Roma si continua a sognare in grande. Sognamo ancora oppure meglio tornare con i piedi per terra?

“Io l’ho detto subito dopo la partita di Milano, a parte che era la seconda partita, ma è meglio stare con i piedi per terra, anche se il livello del campionato italiano si è abbassato, bisogna stare calmi. È una squadra giovane, ci sono anche i campioni, penso al Capitano, a Daniele, ma non possono gestire tutto loro, sono due grandissimi campioni, ma la loro esperienza non può bastare. Io ci credo ancora che la Roma farà parte delle 4 squadre che lotteranno fino alla fine, ma non bisogna illudersi, è il primo anno, meglio stare calmi”.


Cagliari – Roma, 4° di campionato, è già una partita importante. La Roma non può permettersi di perdere altro terreno. Nella testa di un calciatore, questo crea pressione oppure gli stimoli giusti?

“In questo momento, sia per l’allenatore che per i giocatori è difficile gestire la parte psicologica, la sconfitta di domenica, oltre ad essere stata una delusione per tutti, pesa nella testa dei giocatori. Zeman avrà dovuto lavorare su questo aspetto, è fondamentale, ora bisogna mettere in fila almeno 4,5 risultati consecutivi positivi per rilanciare l’entusiasmo dei tifosi. La Roma ha tutte le carte in regola per vincere a Cagliari, perché se perde con il Cagliari non c’è veramente spiegazione”.

Nove anni (dal 1997 al 2005) in giallorosso, proprio agli esordi con Zeman non va molto bene, sei sul punto di cambiare squadra..Poi arriva Capello e cambia tutto. Anno 2001; Cafù a destra e Candela a sinistra fanno letteralmente impazzire le retroguardie avversarie. Che ricordo hai di quella Roma?

“Un ricordo fantastico, ma questo vale anche per Mister Zeman, due anni faticosi, tanto lavoro. Eravamo giovani, un po’ stupidi, viziati, non ci rendevamo conto della fortuna che avevamo nel poter lavorare con lui, l’abbiamo capito dopo, quando ci siamo resi conto che ci divertivamo in campo. Anche se abbiamo litigato tante volte, ho un ottimo ricordo di Zeman, Poi è arrivato Capello, non abbiamo vinto il primo anno, è stata una gestione fantastica. Lui ti fa sentire forte, ti difende, è bastone e carota, che in una piazza come quella di Roma è la soluzione migliore. Non è facile gestire i giocatori, la società, i tifosi, i giornalisti, le radio, è un contesto non semplice per un allenatore”.

“Più bello lo scudetto con la Roma che il Mondiale con la Francia”. Una bellissima dichiarazione d’amore, Un amore ricambiato quello con la gente e la Capitale dove ha deciso di mettere radici.

“Sono state due esperienze diverse, lo scudetto conla Romavissuto da protagonista, il Mondiale da panchinaro. Due magnifiche emozioni che mi hanno fatto capire che è il gruppo a fare la differenza, non i campioni singolarmente. Si vince tutti insieme, mi ricordo una panchina bellissima conla Roma, penso a Mangone, Rinaldi, Nakata, ma anche Montella, eravamo un gruppo molto unito. Stesso discorso perla Nazionaledove anche chi era in panchina si sentiva parte del gruppo”.

Vincent, se potessi indossare ancora una volta, per una sera, la maglia della Roma in questo Campionato che partita sceglieresti e perché?

“Giocherei senza dubbio il derby, io vivo a Roma,la Lazio quest’anno mi sembra forte. Vorrei indossare ancora una volta la maglia della Roma e vincere un ultimo derby da calciatore”.

Fonte: forzaroma.info

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