IL DUELLO Zeman contro Maran: fatica, sudore, allenamento e…tutti all’attacco!

Nella prima giornata di campionato, i giallorossi affrontano il Catania di Rolando Maran. Una sfida assai sentita da entrambi i club, la cui rivalità si può far risalire a quel 19 novembre del 2006, quando la Roma, sul manto erboso dell’Olimpico, rifilò agli etnei ben 7 reti. Da allora i rapporti tra i due club si sono incrinati e sia i tifosi che i giocatori in campo non la vivono più come una semplice sfida, ma come una partita in cui combattere fino all’ultimo secondo di gioco. Allora sulla panchina giallorossa sedeva Luciano Spalletti, mentre a guidare i rosazzurri vi era Pasquale Marino. Oggi a guidare le due compagini vi sono due tecnici che vedono il gioco del calcio alla stessa maniera: Zdenek Zeman e Rolando Maran. Due allenatori che nell’ultima stagione hanno fatto faville in Serie B: il boemo con il Pescara, primo in classifica e promosso in Serie A dopo 21 anni, mentre Maran con il Varese, portando i biancorossi fino ai play-off per la promozioni persi poi in finale contro la Sampdoria. Due uomini caratterialmente simili e con due schemi di gioco diametralmente opposti (4-3-3 Zeman e 4-4-2 Maran), che però vedono il calcio alla stessa maniera. Entrambi infatti sono due grandi cultori del lavoro, che fanno dei duri allenamenti e della fatica la base del proprio credo calcistico. Schietti e di poche parole, sia a “sdengo” che al tecnico trenino non piace parlare molto fuori dal campo, ma viceversa molto al suo interno. Per entrambi è importante avere un rapporto faccia a faccia con i propri giocatori per creare quel clima di fiducia reciproca e di serenità collettiva, senza le quali non si ottengono i risultati. Due tecnici che prediligono il lavoro con i giovani e che riescono a tirar fuori da essi il meglio, incitandoli e seguendoli giorno per giorno. Ed anche se i due moduli di gioco sono differenti, l’idea di calcio è la stessa per entrambi: far gioco ed attaccare. Attaccare sì, perchè per tutti e due gli allenatori attaccare è il miglior modo per difendersi: “Solo se l’attacco va bene tutta la squadra riesce a difendersi meglio”. Una sfida dunque  tra due tecnici che alla prima non vorranno sicuramente steccare e che si prospetta ricca di emozioni…tutti all’attacco!

 

ZDENEK ZEMAN

Zdenek Zeman

Zdenek Zeman nasce a Praga il 12 maggio 1947. Le sue prime esperienze come allenatore avvengono in squadre siciliane dilettantistiche (Cinisi, Bacigalupo, Carini, Misilmeri ed Esakalsa) per poi prendere il patentino di allenatore professionista a Coverciano nel 1979; grazie anche all’intercessione dello zio, ex allenatore della Juventus, è chiamato ad allenare le giovanili del Palermo, dove resta fino al 1983. Dopo delle buone stagioni a Licata, con cui vince il campionato di Serie C2, viene ingaggiato prima dal Foggia (Serie C1) e poi dal Parma in Serie B, dove durante il precampionato riuscirà a sconfiggere per 2-1 il Real Madrid per essere poi esonerato qualche mese dopo. Zeman torna quindi in Sicilia alla guida del Messina, dove ha modo di lanciare in prima squadra Salvatore Schillaci. Dopo una stagione alla guida del Messina viene ingaggiato nuovamente dal Foggia, neopromosso in Serie B, alla cui presidenza c’è Pasquale Casillo. Nasce quindi, nel 1989, il “Foggia dei miracoli”, caratterizzato da un 4-3-3 spiccatamente offensivo e da un gioco spumeggiante. La squadra, dopo aver vinto il campionato di Serie B 1990-1991 con il contributo determinante del trio delle meraviglie composto da Francesco Baiano, Giuseppe Signori e Roberto Rambaudi, si salverà per tre stagioni nella massima serie, ottenendo un nono, un undicesimo e nuovamente un nono posto. Nel 1993-1994, l’ultima stagione prima dell’addio di Zeman, il Foggia sfiora l’ingresso in Coppa UEFA, venendo poi sconfitto (0-1) dal Napoli all’ultima giornata di campionato. Per la stagione 94-95 viene ingaggiato dalla Lazio di Cragnotti.  Con la compagine biancoceleste il tecnico boemo centra al suo primo anno il secondo posto, dopo aver battagliato per un certo periodo per lo scudetto. Alla terza stagione, la Lazio non riesce ad esprimersi bene durante il girone d’andata e viene eliminata in Coppa Italia e Coppa UEFA da parte rispettivamente di Napoli e Tenerife. Dopo la sconfitta interna subita da parte del Bologna per 1-2, il 27 gennaio 1997, il tecnico boemo viene esonerato. Per l’annata successiva il presidente Franco Sensi gli offre la panchina della Roma e Zeman accetta di prendere per mano una squadra che l’anno precedente era arrivata dodicesima in Serie A salvandosi alla quartultima giornata battendo l’Atalanta. Ottiene il quarto posto e nel campionato 1998-1999, ancora alla Roma, Zeman giunge quinto non venendo poi confermato per la stagione successiva, in quanto al presidente giallorosso era stato consigliato di allontare il tecnico boemo, in quanto mal visto al nord dopo le sue accuse di doping alla Juventus. Dopo varie esperienze tra Turchia e Serie B italiana , nel 2004 viene richiamato in Serie A ad allenare il Lecce, ottenendo la salvezza. Dopo le esperienze in salento ed in Serbia con la Stella Rossa, nell’estate 2011 approda sulla panchina del Pescara compiendo l’ennesimo miracolo della sua carriera: dopo 21 anni riporta il “Delfino” in Serie A. Un miracolo sportivo non da poco, se si pensa che la squadra a lui consegnata era stata allestita per una comoda salvezza, e che non è passato inosservato: infatti, nel giugno 2012, la nuova Roma amriecana, tra l’entusiasmo dei tifosi giallorossi, ha deciso d’ingaggiare il tecnico boemo per il dopo Luis Enrique, dando un tocco di romanticismo ad una favola (quella tra Zeman e la Roma), che si era interrotta bruscamente nel ’98.

ROLANDO MARAN

Rolando Maran

Rolando Maran nasce a Rovereto il 14 luglio 1963. Comincia ad allenare come allenatore in seconda nel Chievo. Successivamente approda nei settori giovanili di Brescia e Cittadella. Nel 2002, a cinque anni di distanza dal ritiro guida il Cittadella. Seguirà poi un anno al Brescia dove viene esonerato durante la stagione, e il campionato al Bari, venendo esonerato dalla società pugliese. Segue l’esperienza alla Triestina, squadra in cui è stato assunto nel giugno 2007 in sostituzione di Franco Varrella ed ha lasciato, rescindendo consensualmente il contratto, il 15 giugno 2009 Il giorno seguente, 16 giugno, viene nominato ufficialmente nuovo allenatore del Vicenza. A seguito di tre sconfitte consecutive patite nel giro di una settimana, il 28 marzo 2010 viene esonerato. Il 15 aprile successivo viene richiamato alla guida dei veneti fino alla fine del campionato, ottenendo la salvezza. A seguito di ciò, il 15 giugno 2010, la società gli rinnova la fiducia per le due stagioni successive, contratto che però viene rescisso anticipatamente il 6 giugno 2011, al termine del campionato di serie B 2010-2011 e dopo un totale di 81 gare nel torneo cadetto (27 vittorie, 24 pareggi e 30 sconfitte). Il 1º ottobre 2011, Maran viene chiamato alla guida del Varese al posto dell’esonerato Benito Carbone. All’esordio in campionato, proprio contro il Vicenza, sua ex squadra, ottiene la prima vittoria sulla panchina biancorossa. Dopo aver condotto il Varese alla finale dei play-off di Serie B 2011-2012 (persi contro la Sampdoria), l’11 giugno 2012 Maran viene ufficializzato come il nuovo allenatore per la stagione di Serie A 2012-2013 del Catania.

A cura di Edwin Iacobacci

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