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CONFERENZA STAMPA De Rossi: “Non voglio andare via e non l’ho mai chiesto a nessuno. Mancini non mi ha mai chiamato, sto bene qui. Ho scelto di restare 30 anni fa” (FOTO, VIDEO E AUDIO!)

De Rossi in conferenza

Dopo giorni di fuoco per società e tifosi, Daniele De Rossi, parlerà e spigherà (a meno di clamorosi ripensamenti dell’ultimo minuto) le ragioni del suo rifiuto alla stratosferica offerta del Manchester City, che per l’ennesima volta, aveva cercato di portarlo in Inghilterra su suggerimento di Roberto Mancini.

La verità su quanto detto in questi giorni?

“Io posso raccontare la verità. Sono qui per questo. ero venuto per fare la conferenza prima del campionato. Ne leggevo di tutti i colori, volevo capire e volevo far quadrare le cose. Non ho parlato in Nazionale. Ho voluto parlare oggi. Non è mia intenzione far parlare di questo: non voglio annunciare niente. E’ una conferenza normale per me., Se vogliamo parlare di quello… ci sono delle offerte, ci sono delle richieste. E’ importante per me dire la mia. La mia è questa: sto qui, sto bene qui e non ho mai chiesto di andare via. A nessuno. Messaggi, Mancini, telefonate, è stato scritto di tutto. Non è la prima volta. Mentre alcuni articoli mi fanno sorridere, alcuni giornalisti con cui ho delle cause in corso: perdono di credibilità. Alcune cose sono gravi. Prometto: il giorno che vorrò andare via dalla Roma, verrò qua e ve lo dirò. Mi prenderò le mie responsabilità”.

Sulle richieste di Cesena.

“Comincio da Cesena. Mi hanno chiesto cosa servisse alla Roma per fare una buona stagione. C’è stato ciò che avevo chiesto. Sono arrivati giocatori molto bravi, che io ho scoperto a Irdning. Sono soddisfatto, la squadra creata è importante. Mi dispiace siano andati via degli esempi di professionalità come Cassetti, Heinze e persone che hanno fatto parte di un gruppo importante. Lo zoccolo duro della Roma si sta sgretolando, ma è stato comprato materiale calcistico importante”.

Ti hanno dato fastidio queste voci o non esiste un giocatore incedibile?

“E’ vero che è difficile quantificare una offerta indecente, perché c’è chi pensa che io valga 100 milioni e chi 0. Il passato però ci ha detto questo quando sono stati venduti i vari Zidane e Ronaldo. Figuararsi se non posso essere messo in discussione io davanti ad una offerta così importante. Per la gente ho un valore affettivo e spero di essere considerato non solo perché sono romano, ma anche perché sono bravo a giocare al calcio”.

Sul rapporto con Zeman?

“Non ho mai pensato di poter mettere in dubbio la Roma per quel motivo. Come ho detto prima, domani potrei chiedere di andare via per andare a giocare in Cina. Non ci ho mai pensato. E’ uscito che ho dei problemi di vario tipo con il mister, ed è un altra bugia gigantesca. Sono ancora dispiaciuto per Luis Enrique. Tutti gli allenatori più forti hanno sbagliato un anno, lui purtroppo ha sbagliato il primo. Io all’inizio, dentro di me, preferivo Montella, perché avevo paura di poter avere problemi con Zeman. Così non è stato, mi sembrava uno musone, uno serio, invece è una persona piacevole che chiede tanto lavoro, ma che da un parte è anche molto stimolante”.

Quante squadre ti hanno cercato?

“Una. Quella che sapete tutti (ride ndr). Potrei fare altri nomi, ma non si sono mai presentate con offerte serie. Il Manchester City è quella che come tutti sapete ha fatto i passi più importanti”.

De Rossi durante la conferenza stampa

Hai avuto l’impressione che la Roma volesse cederti?

“Non lo so. Questa è una domanda alla quale dovrebbe rispondere, come è giusto che sia, la società. Credo che puntino molto su di me, dopo avermi fatto un contratto importantissimo pochi mesi fa. Io cinque mesi fa, ho fatto una scelta che ho fatto forse 30 anni fa. Nevicava, ora invece con 40 gradi non è cambiato nulla”.

Chi ti ha colpito di più tra i nuovi arrivi?

“Sono tutti bravi. Quelli che mi hanno colpito sono quelli che non conoscevo. Bradley? Ho scoperto un giocatore ancora più bravo di quanto pensassi. La scoperta più piacevole è vedere Piris, Tachtsidis e quelli che c’erano lo scorso anno che con questo allenatore possono fare delle cose grandiose. Bojan, Osvaldo e Lamela potrebbero fare delle cose incredibili”.

Sui giovani?

“Marquinhos non lo conosco, di Romagnoli me ne aveva parlato mio padre. Spero che siano pronti a fare le loro partite quando servirà”.

Sul ruolo?

“Facciamo finta che mi pagano così tanto per fare due ruoli”.

Dove può arrivare la Roma quest’anno?

“Ci siamo rinforzati più di altre squadre. Se c’era un divario tecnico, credo si sia assottigliato. Forse la Juventus è un pochino più forte, ma non sempre vince il più forte. Tutto si può fare: non me la sento di dire che vinceremo lo scudetto, ma faremo una grande stagione”.

Dopo quello che è successo, credi che si sia creato qualche problema con la tifoseria?

“La risposta della tifoseria c’è stata l’altra sera. L’affetto è stato tanto. I gufi cin saranno: ci sarà chi dirà che avrebbero potuto vendermi a buon prezzo. Le cifre poi non so da dove vengano, alcune credo fossero inventate. La pressione ci sarà, il tifoso ultimamente fa il commercialista. Ma il calcio moderno è diventato finanza, ormai. Io ho parlato chiaramente: sto bene qui. Ci tengo a dire oggi un’altra cosa: il giorno che vorrò andare via ve lo dirò, non mi celerò dietro nessun problema esterno. Se succederà lo dirò chiaramente. Non accollerò il mio problema ad altri. Che io stia bene qui non c’è bisogno di ribadirlo. Non voglio la medaglia: ho fatto 18 giorni di vacanza e non mi fermo mai in allenamento. Ci sto mettendo tutto me stesso, è il mio lavoro. Ma uno che pensa di lasciare una squadra di lì a poco non si sarebbe comportato così”.

Se la Roma volesse venderti ti ribelleresti?

“Io ho sempre risposto al mio procuratore, alla società che mi ha cercato e alla Roma. La mia risposta è che volevo stare qui. Se la società dovesse scaricarmi per qualunque motivo, in base alla motivazione ragionerò. Guardate Nesta: in un momento critico ha risanato tutto la Lazio nel cederlo. Ma la situazione economica mi sembra diversa…”.

L’obiettivo minimo è la Champions?

“Non mi sento di mettere degli obiettivi precisi. Vincere lo scudetto è una follia. La mia speranza è che la squadra possa rientrare in Champions League. Sarà una sfida difficilissima, e dopo aver giocato a certi livelli durante l’Europeo, per me sarebbe un sogno tornare a fare la Champions”.

Sulle dichiarazioni di Mancini?

“Non me l’ha mai dette. Non è mai successa. Non è mai sentito questa frase, nè tantomeno detta da Mancini, che stima Francesco Totti. Francesco finirà la carriera con uno scudetto. Io magari: per lui è poco, avrebbe potuto vincere tutto, avrebbe potuto ricevere i premi per i grandissimi come il Pallone d’Oro. Io non sono un talento indiscutibile: ambisco però a vincere uno scudetto da qui a 5 anni. Proverà a vincerne 5, ma c’è anche una realtà di fronte. Non si può vincere sempre. Ma nemmeno mai… Arriverà il momento nostro”.

Cosa potrà darti in più il gioco di Zeman?

“Non lo so, lo vedremo. Spero di giovarne. Quando prendi palla gli attaccanti fanno mille movimenti, potrei fare più assist e, da interno, potrei fare più gol. La sua impornta è questa, sta ai giocatori interpretarla: il campionato di serie A è difficile però”.

Ti senti più adatto al gioco di Luis Enrique o a quello di Zeman?

“Non posso fare un paragone. Con Luis Enrique mi trovavo benissimo sia dal punto di vista umano che calcistico. Si toglierà tante soddisfazioni, è un grande allenatore. Spero di essere adatto al gioco di Zeman, ma uno non deve fare capriole in campo. Il calcio è quello. Ho cambiato tantissimi allenatori, ma ho sempre giocato”.

Potrete avere problemi dopo le parole di Zeman sulla Juventus?

“Non credo che le frasi del mister possano precluderci i trofei. Non più, almeno… Ripeto: si comincia con un bel clima acceso, ma soprattutto per quello che è successo in supercoppa. C’è la rivalità da tifoso con la Juventus, ma la rivalità con i giocatori è impossibile. Molti sono amici alla Juventus. Credo che il mister però debba essere liberpo di poter dire quello che pensa. Spesso ha detto cose importanti per il calcio”.

Il tuo contatto con il City era proprio Roberto Mancini? La pressione è stata forte in questo periodo?

“Io parlo con il mio procuratore, lui fa i miei interessi. Ho parlato una volta col mister. Non ho contatti frequenti con il mister. Parlavano anche di altri allenatori (Mourinho, ndr), mai sentito in vita mia. Faccio il tifo per Mancini, ma non è un mio amico. C’è stata una telefonata, ma nessun scambio continuo. Solo la pressione mediatica è stata forte: ho detto a tutti che volevo rimanere, per me il discorso era finito lì. Poi se ci sono offerte di questi tipo sono pressioni gradevoli. Ora sto lavorando, è finita la pressione quando sono entrato qui”.

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