MLSSOCCER.COM Bradley nella Roma si sente già a casa

Bradley

Figlio di un allenatore professionista,Michael Bradley ha avuto un’infanzia che lo hanno preparato per una carriera nel calcio. Nato a Princeton, NJ, è cresciuto nella vicina Pennington, quando suo padre Bob allenava la squadra della Princeton University. Quando Bob fu assunto dai Chicago Fire, la famiglia si trasferì alla periferia di Chicago, dove Michael ha iniziato a muovere i primi passi nella sua carriera nel calcio. A 15 anni, Bradley si è trasferito all’Accademia Bradenton in Florida per entrare nel programma di formazione della nazionale Under 17. Ogni nuova destinazione ha portato un nuovo club per Bradley, nuovi compagni di squadra, nuovi allenatori. Esperienze che sono servite alla sua scalata al calcio professionistico, prima nella MLS con i New York Metrostars quando aveva appena 16 anni, poi nel campionato olandese con l’Heerenveen, in Germania, in Inghilterra, e ora l’Italia, dove la scorsa stagione ha giocato con il Chievo Verona. Quest’anno  è rimasto in Italia, ma dovrà affrontare un’altra situazione, visto che ha firmato con un grande club di Serie A come l’AS Roma. Una sfida, come tutte le altre, che dimostra di apprezzare. “Quando si entra in una nuova squadra, è tuo compito integrarsi il più rapidamente possibile. Per dimostrare a tutti che sei un buon giocatore e una brava persona. Per me, questa è la sfida: cercare ogni giorno di dimostrare al tecnico, ai giocatori, ai tifosi, a tutti, che ho molto da dare ” E ‘alla Roma da nemmeno due settimane, ma ha già fatto vedere sprazzi delle sue qualità: nelle tre partite della tournée negli Stati Uniti, ha realizzato un gol e un assist. Ha contribuito al terzo gol di  Erik Lamela nel 4-0 del ai polacchi dello Zaglebie Lubin al Wrigley Field lo scorso 22 luglio, e ha siglato il suo primo gol nel 2-1 sul Liverpool al Fenway Park il 25. Venerdì sera ,contro El Salvador,  è stato in campo per 45 minuti giocando una partita solida, cosi come la tutta la squadra ha dominato nel primo tempo Il suo allenatore, Zdenak Zeman, non è rimasto sorpreso. “Conoscevamo già le sue qualità quando l’abbiamo cercato”, ha detto il tecnico boemo, “e ora le sta mostrando”. Bradley sta giocando nel suo ruolo abituale centrocampista centrale, a volte restando in copertura per mantenere il possesso palla, a volte spingendosi in avanti ad aiutare l’attacco. Mercoledì, contro il Liverpool al Fenway, ha giocato in questo modo, mentre ieri sera contro La Selecta ha avuto altri compiti. Bradley pattugliava la zona di fronte a Gabriel Heinze, Nicolas Burdisso, Alessio Romagnoli, e Rodrigo Taddei: ha recuperato palloni, rompere gli attacchi, facendosi trovare pronto quando la squadra costruiva l’azione. La sua versatilità gli sarà senz’altro utile per conquistare spazio in questa stagione, e lui stesso si è detto felice delle sue prime due settimane in giallorosso. “Mi sto godendo ogni giorno. E’ una grande sfida per me essere arrivato in una squadra come questa e cercare di affermarmi. Al momento siamo in preparazione, sto cercando di mettermi in forma e di dimostrare che possono contare su di me quando inizierà la stagione” Quando si appresta ad iniziare la sua seconda stagione in Serie A, Bradley non risparmia un vivo apprezzamento per il campionato e per la cultura calcistica italiana. “Ho avuto la fortuna di giocare in un molti paesi, e la prima cosa che che ho notato in Italia è la passione della gente. Giocare in questo ambiente è speciale e molto divertente” Ma potrebbe trovare divertente anche il gioco, al quale è sembrato essersi ben adattato. “Il campionato italiano è una grande combinazione di impegno tattico e capacità tecnica. Basta pensare al fatto che ogni squadra ha una mentalità aggressiva e fa tutto il possibile per strappare almeno un punto ogni domenica, e penso che questo renda il campionato molto buono.” E dopo la scorsa notte, i suoi nuovi compagni di squadra lo lo apprezzeranno di più. La nazionale di El Salvador non è stata in partita nel primo tempo, ma nella ripresa hanno tenuto in mano il gioco e creato diverse occasioni, nonostante la sconfitta per 2-1. E i giallorossi nel secondo tempo avuto un assaggio della tenacia della selezione centroamericana, in particolare all’81, quando la partita si è innervosita, dopo gli screzi tra Elder Figueroa e Panagiotis Tachtsidis e l’espulsione del centrocampista greco. Bradley, naturalmente, sa che i centroamericani sono un avversario ostico “Una loro qualità, che li rende una squadra pericolosa, è il loro impegno e la loro capacità di lottare e mettere in difficoltà gli avversari, e penso che si è visto anche stasera. Pressioni? L’unica che sento è la pressione che ho messo su me stesso, Voglio mantenermi su standard elevati e ogni volta che scendo in campo voglio dare tutto quello che ho per aiutare la mia squadra a vincere. Questa è la mia nuova sfida con la Roma. Mi piace ogni cosa di questa nuova esperienza, ogni allenamento, ogni partita. Finora è stato tutto bello, spero di continuare a lungo”

 

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