IL ROMANISTA Tachtsidis, com’è ‘sto cucchiaio? È greco

Panagiotis Tachtsidis

(V. Meta) – Quattro gol, qualche frammento di spettacolo e un Tachtsidis in gran forma. Comincia con un 4-0 tutto nel primo tempo il tour statunitense della Roma, che al Wrigley Field di Chicago vince facile contro i modesti polacchi dello Zaglieb Lubin in un clima talmente amichevole che pur di non farsi male, nella ripresa sembra si faccia a gara a chi colpisce più pali.

Nello storico impianto dei Cubs di solito si gioca a baseball e si vede, oltre che dal recupero segnalato con un cartello scritto a penna, anche dai lati sbilenchi di quello che un rettangolo non è, lo diventa solo per la Roma e per la splendida cornice di pubblico che riempie lo stadio nella soleggiata domenica pomeriggio di Chicago. Sugli spalti c’è di tutto, tante maglie giallorosse, qualche bandiera tricolore e poi le presenze estemporanee dei colori della Nazionale e chissà perché anche della Danimarca. La prima versione americana del 4-3-3 zemaniano vede il ritorno di Stekelenburg fra i pali, mentre sulla linea difensiva vanno Rosi e Taddei sugli esterni con l’inedita coppia di centrali Castan-Romagnoli al centro. Il padrone di casa Michael Bradley, che a Chicago ha vissuto pur non avendovi giocato, va a fare l’intermedio di destra a centrocampo, con l’esordiente Tachtsidis (maglia numero 77, quella di Cassetti, e sulla schiena il nome di battesimo) nel ruolo di vertice basso e Pjanic dalla parte opposta. In avanti il tridente è formato da Osvaldo al centro, con Lamela all’ala destra e Bojan sulla sinistra. Neanche il tempo di cominciare che i giallorossi passano in vantaggio: splendida apertura in profondità di Tachtsidis, che con il sinistro pesca in area Bojan, tocco con il destro verso il centro e piatto di prima intenzione di Osvaldo, bravo ad anticipare l’immobile difesa polacca. Il Lubin prova a farsi vedere un paio di minuti dopo, quando Hanzel da buona posizione calcia con il destro ma viene chiuso in angolo dal tuffo di Stekelenburg.

La Roma tiene alto il ritmo e affonda spesso sostenendo la manovra anche con i movimenti dei terzini, sempre molto alti, al 7’ Bojan non trova la porta con un buon diagonale, ma per il raddoppio è solo questione di minuti: al 19’ Tachtsidis conferma quanto di buono ha visto in lui Zeman con il delizioso pallonetto di sinistro che scavalca Koziol e vale al centrocampista greco l’ovazione di stadio e panchina. Al 25’ Lamela riesce a sbagliare un gol fatto calciando addosso al portiere sulla corta respinta di una conclusione di Bojan, ma si fa perdonare alla mezz’ora con il numero che da solo valeva il prezzo del biglietto: grande apertura di Pjanic sulla destra, esterno sinistro al volo e palla sotto la traversa. Spettacolo. Prima dell’intervallo c’è tempo anche per il meritato 4-0 di Bojan, che raccoglie sulla trequarti la bella verticalizzazione di Tachtsidis e salta tre avversari prima di scaricare in rete un diagonale con il destro. Nella ripresa Zeman rivoluziona la squadra inserendo Heinze (nell’idedito ruolo di terzino destro), Burdisso, Florenzi, Marquinho, Nico Lopez e Totti. I ritmi calano un po’, l’unico a provarci davvero è il diciannovenne uruguagio, che al 6’ fa tutto bene tranne il tiro, troppo sul portiere, servito da Bojan. I polacchi prendono coraggio e iniziano a farsi vedere più spesso dalle parti di Stekelenburg, che è sempre attento e quando si distrae o non può arrivarci trova ad aiutarlo pali e traversa (in tutto tre nel solo secondo tempo per il Lubin).

Per Zeman cominciano ad arrivare indicazioni: «Non mi è dispiaciuta la voglia di creare qualcosa nel primo tempo – ha detto il tecnico -. Il risultato non dice niente, nel secondo tempo abbiamo sbagliato qualcosa, non lavoriamo per giocare individualmente. Tachtsidis? Può fare di meglio, ha giocato qualche pallone con sufficienza, però ha fatto bene».

 

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