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GAZZETTA DELLO SPORT La Roma lancia Dodò “So che devo correre”

Dodo'

(A. Pugliese) – «Questo è un ragazzo che ha le palle quadrate». Mentre Dodò parla, Sabatini se lo gusta con gli occhi. Lo guarda, lo studia, cerca di capirne fino in fondo il profilo psicologico. E se lo coccola, ovviamente, perché l’ha scelto lui e se lo è andato a prendere fin dall’altra parte del mondo, in Brasile. «Lo abbiamo visto al Bahia, dove era in prestito dal Corinthians. È un calciatore straordinario: corsa, sensibilità tecnica, capacità di giocare con e per la squadra. Serve qualche giorno di pazienza, presto si unirà agli altri». Quando? «Al massimo 5-6 giorni». Intanto, Dodò continua a lavorare da solo, duramente, tra palestra e tappeti elastici.
Ecco chi è Ed allora scopriamolo Dodò. Viso da bambino, occhi indonesiani, cervello che corre già più delle gambe. Ragazzo sveglio, che sa quello che vuole. E che dice. «Se sarò titolare o riserva vedremo, non mi sono ancora neanche aggregato al gruppo. Spero succeda il primo possibile. Come sto? Abbastanza bene. Mi manca un po’ di forza fisica e muscolare, ma su questo sto lavorando tutto il giorno». La Roma spera che i tempi si accorcino, visto che a sinistra c’è un bel problema. «Sono un terzino che aiuta la squadra a costruire gioco partendo da dietro, con la mia tecnica e la mia velocità. Il modulo? Ho giocato nel 4-4-2, ma ho fatto anche il 3-5-2 e il 4-3-3 nella nazionale Under 20. Il modulo di Zeman è un modo di giocare che già conosco, insomma. In quella squadra, tra l’altro, c’erano due attaccanti molto forti come Neymar e Coutinho».

 

Mondo giallorosso Adesso, la Roma spera che molto forte diventi lui, se non lo è già. «Un po’ di responsabilità la sento, è chiaro, ma alle pressioni sono già abituato: giocavo in una squadra importante come il Corinthians ed ero il cambio di Roberto Carlos, il miglior terzino sinistro della storia. Lui è una persona fantastica che mi ha sempre aiutato, trasmettendomi anche grande esperienza». Ed infatti Dodò, a vederlo parlare, sembra un giocatore già fatto. Forse è anche per questo che la sua storia con la Roma è nata tanto tempo fa. «Ho avuto diverse offerte durante la fase di riabilitazione, ma la Roma mi ha seguito prima, durante e dopo, dimostrandomi interesse. E questo è stato decisivo per la mia scelta», dice l’esterno paulista, che ha scelto il 27 come numero di maglia. «Il 27 è un numero molto importante per ragioni personali: lo usavo in Brasile e mi ha sempre portato molta fortuna».

 

Sogni e titoli Speriamo che la storia vada avanti così, allora. E che il 27 di Dodò porti fortuna anche alla Roma: «Io vedo una squadra forte, che può lottare sia per il titolo, sia per la zona Champions. Zeman? In Brasile lo conoscono tutti come una persona molto seria e onesta, capace di migliorare individualmente i giocatori. Ma il mio idolo in assoluto è Totti. “Jugadores habilidosos”, sono questi i giocatori che piacciono a noi brasiliani, quelli con qualità tecniche. E lui è uno dei più conosciuti». Chiusura su Castàn, l’ex compagno di squadra (al Corinthians) che arriverà a Roma il 16 luglio dopo aver vinto, da titolare, la Copa Libertadores. «È un giocatore molto forte, rapido, che sicuramente ci aiuterà a fare bene in campionato». Se lo augurano tutti, la Roma in testa.

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