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IL ROMANISTA Ecco le nuova Roma che verrà

DiBenedetto Pannes

(S. Romita) – Mark Pannes è rimasto chiaramente impressionato dalla folla oceanica scaricatasi nelle piazze e nelle strade di Roma e dall’entusiasmo che questa città è in grado di trasferire per delle maglie, per delle bandiere.

Così come ha fatto Prandelli in queste ore, anche l’amministratore delegato della Roma si sarà chiesto in che modo convogliare tutta questa energia anche nel resto dell’anno, e non solo in occasioni eccezionali. La differenza tra i due è che Prandelli attende risposte e un’attenzione da parte delle Istituzioni. Mark Pannes è chiamato a darne. E ieri, in un San Pietro e Paolo tra i più torridi di sempre, ha mostrato, come solo un americano sa fare, una strategia di medio e lungo periodo già in parte nota, ma sempre di gran fascino. Perché la Nuova Era dei giallorossi, vista come il lancio di un prodotto e di un marchio che amiamo sul mercato mondiale, inorgoglisce. Perché per venderlo bene e avere dei risultati speciali si deve prima fare un prodotto ottimo e concorrenziale sul mercato.

E partire, come è stato fatto, con una profonda ristrutturazione di ciò che c’era per puntare con determinatezza a quello che sarà, è un passo importante. I risultati, per gli stranieri, sono solo l’approdo di un lavoro meticoloso e preciso. Non hanno il minimo dubbio che, se le cose saranno fatte seguendo le linee guida fissate, i risultati arriveranno. E’ solo questione di tempo e programmazione. E, naturalmente, di disfarsi di tutto quello che ostacola, ritarda, impaccia, il cammino. Qualcuno, e più di qualcuno, non aveva preso sul serio la professionalità dei bostoniani. E anche ieri davanti alle mete prefissate (periodica presenza in Champions; annuale lotta ai vertici della classifica per la conquista dello scudetto) c’è chi ha fatto spallucce. […]

Zeman ci insegna che così non è, ed è tornato per dimostrarlo. Per certi versi, anche se preannunciata da un marchio fortissimo come Sky, era accaduta ugual accoglienza per la classe dirigente di NewsCorp, giunta dall’Australia, dalla Nuova Zelanda e dagli Stati Uniti per insegnare che cos’è la televisione. Dentro e fuori la nuova Sky di Tom Mockridge si incrociavano sguardi ironici nei confronti delle “slade”, dei piccoli e grandi accorgimenti che stavano dietro la cura delle novità da introdurre. Dai tempi e suoni brucianti dei “promo” alle lezioni di gruppo effettuate ai dirigenti italiani. Altra storia direte voi. Può darsi. Ma l’approccio è uguale. Ed è quello che prepara i successi. Io la vedo così. Non siamo abituati, in questo Paese e in questo calcio, alla sistematica programmazione. Né a chi ci fa toccare con mano il bilancio di un percorso fatto per farci intendere che a ciò che si dice segue ciò che si fa. Molto è insomma già cambiato in questa Roma qui.[…]

Insomma avere Cristiano Ronaldo non porta dritti dritti alla finale degli Europei, così come giocare con Messi non ti regala automaticamente il primato. Costruire dalla base, sulle cose buone che già ci sono, irrobustisce la consapevolezza di se stessi e delle potenzialità di gruppo. Può essere che fondere insieme Fenucci, Sabatini, Totti, De Rossi, Zeman, Baldini, Pannes, Baldissoni e i tanti giovani arrivati a Trigoria in veste di calciatori e di manager non ci dia lo scudetto. Ma sicuramente ci ha dato una squadra e una società sana e moderna. Per 7 anni andremo ad Orlando ad allenarci in inverno. La Disney ha voluto intrecciare il suo marchio con il nostro. Presto ne arriveranno altrettanto importanti. Negli anni dispari saremo in Asia. Le aree in cui si costruirà il nuovo stadio si sono ridotte a tre e presto uscirà la prescelta, con tutti i requisiti urbanistici richiesti. Nello stadio ognuno avrà il suo posto, anche in Curva Sud. Non entreranno petardi e fumogeni? Ce ne faremo una ragione. Ogni prodotto sarà originale e non contraffatto e spariranno le sanguisughe del sistema? Non mi lamento. Sono più soldi per le casse e per gli investimenti. Devo piangere perché non arriva il supercannoniere del promosso Pescara o il neonato Destro? No, non lo farò. Non l’ho mai fatto e certamente a maggior ragione non lo farò ora. Preferisco la sostenibilità dei conti, il fair play finanziario, e i 50 milioni di euro già versati e da convertire da finanziamento soci ad aumento di capitale. […]

Che il piazzale di Trigoria sia stato dedicato a Dino Viola, che il campo dove la Primavera cresce abbia il timbro di Ago, e che ci sia un Christoph Winterling che crede di poter contare 88 milioni di potenziali romanisti in tutto il mondo, e che voglia raggiungerli attraverso i suoi geniali marchingegni che inserirà nelle mie vene, nelle future applicazioni IPad e nel nostro nuovo stadio. Mi godo la mia nuova Roma pronta a partire per il ritiro e poi per Chicago, Boston e New York, dove – la notizia è diventata ufficiale ieri, “Il Romanista” l’aveva anticipata – chiuderemo la tournée americana con la nazionale di El Salvador. […]

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