IL MESSAGGERO Leader allo specchio

Steven Gerrard vs Daniele De Rossi

(M. Ferretti) – Da un punto di vista strettamente tecnico (e tattico), si tratta dei due migliori universali, per dirla con Cesare Prandelli, del calcio europeo. E forse non soltanto europeo. Due giocatori (definirli solo centrocampisti è riduttivo) in grado di ricoprire più ruoli, regalando alla squadra sempre la massima affidabilità. Se De Rossi più di Gerrard sa cavarsela alla grande anche come difensore centrale, l’inglese nella fase di rifinitura ha probabilmente qualcosina più del romanista.

De Rossi, 29 anni il mese prossimo, non ha mai nascosto che Gerrard, 32 anni compiuti in maggio, è il suo idolo, il suo punto di riferimento da quando militava negli allievi: ne ha sempre apprezzato lo stile di gioco, la capacità di essere costantemente al centro del gioco sia se la sua squadra si trova in fase difensiva sia se sta attaccando. Nonostante il titolo di campione del mondo, che mai nessuno potrà togliergli, Daniele non ha mai detto di sentirsi più forte del capitano dell’Inghilterra; anzi. Magari in cuor suo lo pensa, ma – per deferenza – non lo dice. Dall’altra parte, c’è da rilevare che l’intero clan inglese ritiene che nell’Italia di Cesare Prandelli ci siano soltanto due fuoriclasse, Buffon e Pirlo, e un campione, De Rossi.

Un pensiero sottoscritto anche da Gerrard, che sta attraversando uno strepitoso momento di forma come testimoniato dalla partita di Donetsk contro l’Ucraina. Ma anche De Rossi non scherza, ricordando la sua fantastica prestazione contro l’Irlanda di Giovanni Trapattoni. Daniele, qualche giorno fa in conferenza-stampa qui a Cracovia, ha raccontato di non aver mai affrontato l’Inghilterra, neppure a livello giovanile: questo significa, dunque, che non ha mai incrociato gli scarpini con Steve avendo la maglia azzurra sulle spalle. Scartabellando tra le statistiche, però, non si rintracciano faccia a faccia ufficiali tra i due neppure a livello di club. Traduzione: domani a Kiev, per la prima volta, De Rossi potrà stringere la mano al suo idolo e confrontarsi con lui. O, se vogliamo, Gerrard avrà la possibilità di confrontarsi con De Rossi. Tutto sta a dare la giusta angolazione alla faccenda. Viste le premesse, una sfida nella sfida da non perdere. E non v’è dubbio che, considerato lo spessore dei due personaggi, l’esito del quarto dipenderà anche dal rendimento dei due giocatori/tifosi universali. Gente rara. Preziosa.

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