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CORRIERE DELLO SPORT Gebre Selassie prenditi la Roma

Gebre Selassie

 (E. Pinna) – «Un uomo di colore comanda il Paese più potente del Mondo, eppure la gente parla solo della mia presenza in Nazionale» . Anno 2011, mese di giugno, amichevoli in Giappone, Bilek sta provando la squadra da portare a Euro 2012. Paspech, il veterano, sembra ormai aver segnato il passo, su quella fascia non c’è più la spinta che ci vorrebbe. Però c’è quel ragazzo di colore che ha fatto bene nell’Under 21 e che il ct ha convocato proprio in chiave futura. Ha una grande personalità, è abile, veloce, copre tutta la fascia, anche se predilige attaccare piuttosto che difendere. Ma quello che fa, lo fa in maniera eccellente. Bilek ci prova, lo butta dentro contro il Perù, una scommessa vinta. Theodor Gebre Selassie è fra le sorprese di questo Europeo (ed è già nel mirino di diversi club, oltre alla Roma, a cominciare dal Werder Brema). Ha iniziato con il freno tirato. La prima partita contro la Russia, non proprio da ritagliare e conservare. Però, i tifosi russi, lo hanno colpito. Nell’animo. Come gli capita(va) anche in Patria. Perché questo ragazzo di 25 anni, origini etiopi, si fa notare per la sua duttilità e rapidità sulla fascia, per la precisione dei suoi cross (la testimonianza l’avete avuta martedì sera, suo l’assist per il gol di Pilar, quello del momentaneo 2-0 alla Grecia) e perché, sì, è il primo giocatore di colore ad aver giocato nell’Under 21 prima e della Nazionale maggiore della Repubblica Ceca poi. Nell’ottobre del 2011, Sparta Praga-Slovan Liberec è finita 0-3, una sconfitta che per i padroni di casa significava interrompere una serie di vittorie consecutive che durava da 9 turni(…)

INTELLIGENTE – Theodor ha la testa sulle spalle. Il problema del razzismo, assai diffuso fra i cechi (a Kennedy Chihuri, centrocampista dello Zimbabwe, tiravano le banane quando giocava per il Viktoria Zizkov), non lo ha mai toccato veramente.  «Mi si nota di più: un vantaggio, ma anche uno svantaggio quando sbaglio» ha sempre detto, scherzando. Suo papà, Chamola Gebre Selassie, nato in Etiopia, arrivò il Cecoslovacchia quando il Paese era ancora sotto la dominazione comunista. Era medico, si innamorò di Jana, che fa l’insegnante ed al figlio rimprovera sempre il fatto di non aver finito gli studi.  «Tornerò ad iscrivermi all’Università» le ha promesso Theodor, ma un segnale di grande maturità lo aveva già dato ai propri genitori. Nel 2005 (anni 19), andò a giocare nella B ceca, fu acquistato dal Vysocina Jihlava, primo passo verso il grande salto, ma poco dopo finì in quarta serie, in prestito al Velke Mezirici. Una punizione? Macché, voleva finire il suo primo anno alla Palacky University di Olomouc, laurea in Protezione civile. 
SPORT E DNA – Theodor Gebre Selassie ha appena vinto la Gabrinius Liga, la serie A ceca, con lo Slovan, è stato fra gli artefici di questo scudetto, arrivato dopo sei anni di digiuno. E’ nato a Trebic, in Boemia, 165 chilometri da Praga, città natale di Zdenek Zeman, 39mila abitanti, vive a Liberec, nel nord della Repubblica Ceca. Ha una sorella, Anna, anche lei grande atleta. Di cinque anni più giovane di lui, è già nel giro della Nazionale ceca di pallamano. Una famiglia di sportivi. Una stagione d’oro, quella appena passata. Ha trovato la Nazionale, ha fatto parte del blocco giovane della Nazionale che ha contribuito alla qualificazione a Polonia-Ucraina, Bilek di lui ha sempre parlato benissimo:  «E’ stato una piacevole sorpresa, si è messo in mostra con una luce diversa» . Il futuro è dalla sua parte, ha ancora grandi margini di miglioramento, deve ancora far vedere tutto il suo potenziale, notevolissimo, ma la sua è stata una crescita progressiva negli ultimi anni. E’ molto rapido e molto veloce, sa proporsi in avanti, deve curare meglio la fae difensiva per diventare un esterno completo.
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