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REPUBBLICA.IT Zeman: “La mia Roma meritava il primo posto. Calciopoli? Nata prima del 2005..”

Zdenek Zeman

(T. Testa) –  Il viso abbronzato, la mascella serrata, le lunghissime pause, lo sguardo sornione mentre osserva le geometrie dei suoi ragazzi sul prato verde o i loro salti sui gradoni degli spalti. Zdenek Zeman è sempre lo stesso. (…)

Come spiegherebbe, a chi magari si intende poco di pallone, il 4-3-3?
“La disposizione sul campo è per me una questione geometrica, di distanze giuste e di triangoli uguali. Ma tutti i moduli sono perfetti se vengono eseguiti bene. Io conosco questo, magari negli anni ho cambiato qualcosa, comunque sono contento del mix ottenuto”. (…)
Com’è cambiato il lavoro di un allenatore in questi anni? I suoi colleghi, da Guardiola a Guidolin a Luis Enrique, parlano di stress e di stanchezza. 
“E’ un problema che non mi riguarda. A me interessa solo il divertimento, anche se poi in campo qualche volta ti arrabbi. Magari posso capire Guardiola, perché lì effettivamente si giocano ottanta partite all’anno”. (…)

Mentre tutti discutono della terza stella juventina, lei ha detto che i veri scudetti bianconeri sono al massimo 22-23. Non finirà mai questa contrapposizione con la Juventus? E pensa che abbia danneggiato la sua carriera?
“Mi ha danneggiato tanto. Vedo che la Juve mette la terza stella senza chiedere il permesso a nessuno, ma se qualcuno pensa che Calciopoli sia nata nel 2005 e morta nel 2006 si sbaglia di grosso”.  (…)
Pensa di aver ottenuto meno di quanto meritava? 
“Io penso di aver avuto squadre – la Lazio e la Roma – che giocavano da primo posto ma che non hanno ottenuto il primo posto”.

Il prossimo anno cambierà panchina? Si parla di un corteggiamento da parte della Fiorentina. 
“Ci restano due partite per la promozione, il resto sono chiacchiere. A fine campionato, se ci saranno cose concrete, ne riparleremo” (…)
Guardando indietro, la più grossa soddisfazione della sua carriera?
“Quando perdevo le partite e il pubblico applaudiva la mia squadra. E poi i tanti giovani arrivati in nazionale”.
E il rimpianto?
“Non aver mai allenato una grande squadra, con un club più strutturato. Beh, penso sia una cosa diversa”.
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