IL ROMANISTA Oltre a lui, torneranno Julio Sergio, Brighi e Borriello

Marco Borriello

(C. Zucchelli) – Quando Vincenzo Montella venne chiamato per prendere il posto del dimissionario Ranieri la prima cosa che fece fu quella di parlare a quattr’occhi con David Pizarro: «Ho bisogno di te», gli disse in un pomeriggio di febbraio del 2011. Il cileno, che con il tecnico di Testaccio dopo una prima stagione di gioie aveva un rapporto a dir poco pessimo, rispose presente. Nonostante i problemi alla schiena e al ginocchio, a Montella fu concessa quella disponibilità che Ranieri non aveva voluto. E avuto. Pizarro ha giocato da titolare la prima partita con Vincenzo in panchina, il recupero di Bologna deciso da un gol di De Rossi, e non solo. Titolare con il Parma e titolare soprattutto col Lecce quando un suo rigore al minuto 89 ha regalato la vittoria ai giallorossi. Una partita, quella del Via del Mare, ricordata anche per una discussione con Borriello al momento di tirare dal dischetto. Personalità – tanta – ma anche un carattere spigoloso, non facile da gestire. Questo è David Pizarro. Se c’è uno che lo sa bene è proprio Vincenzo Montella e, se davvero sarà lui il prossimo allenatore della Roma, Pizarro potrebbe tornare utile. Un anno di contratto, poi tornerà in Cile. Prima però è convinto di poter dare ancora tanto. Bisognerà vedere se la Roma è dello stesso avviso.Non solo per quanto riguarda il cileno, ma anche per quanto riguarda altri giocatori che, mandati in prestito, potrebbero fare solo una toccata e fuga a Trigoria.

Sui giovani si vuole puntare: Florenzi, Crescenzi, Bertolacci e, non ultimo, anche Caprari appena promosso col Pescara di Zeman. Sugli altri le certezze sono minori. Anzi. La Roma cercherà una sistemazione che possa consentire ai calciatori di giocare e alle casse societarie di respirare.

Si comincia con Julio Sergio. Mandato a Lecce ha iniziato la stagione da titolare per poi perdere il posto a favore di Benassi. Ha avuto un grave infortunio al crociato del ginocchio destro, tornerà al Bernardini ma non resterà. Soprattutto se dovesse arrivare Montella che un anno e mezzo fa lo mise in panchina per far tornare Doni. Un altro che ha terminato la sua avventura lontano da Trigoria è Matteo Brighi: ceduto in prestito secco all’Atalanta, non è stato considerato un titolare da Colantuono e ha messo insieme appena undici presenze. Ha ancora altri due anni di contratto, Sabatini cercherà di cederlo magari inserendolo in qualche trattativa come contropartita tecnica. Da un centrocampista a un altro: Stefano Guberti ha un contratto fino al 2014 e la scorsa estate è stato ceduto al Torino in prestito con diritto di riscatto per la metà. La sua stagione è stata sfortunata visto che a settembre si è rotto il crociato del ginocchio sinistro durante in allenamento. È tornato in campo a fine marzo dopo sei mesi di stop e la speranza a Trigoria è che i piemontesi neopromossi con Ventura alla guida decidano di tenerlo.

Il caso più spinoso è senza dubbio quello che riguarda Marco Borriello. Trent’anni, campione d’Italia con la Juventus, per Conte non è mai stato un titolare. I bianconeri puntano a un grande nome per l’attacco e difficilmente, molto difficilmente, spenderanno sette o otto milioni per il riscatto. Senza considerare l’ingaggio da quattro milioni a stagione che il calciatore percepisce e che è considerato a dir poco spropositato per un giocatore di trent’anni che in questa stagione ha messo a segno appena due reti in campionato. Per questo Sabatini è già al lavoro e sta cercando per l’ex milanista una sistemazione in Italia o all’estero, nonostante l’attaccante abbia, anche nel recente passato, rifiutato destinazioni internazionali.

 

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