IL ROMANISTA Conti: “Lui mi somiglia, in carriera e nella vita”

Bruno Conti

(D. Galli) «Francesco mi somiglia. Per quanto fatto in carriera e nella vita». Non ha tutti i torti Bruno Conti. Entrambi giocatori fondamentali della storia della Roma, entrambi campioni del Mondo, entrambi persone semplici fuori dal campo. Il responsabile del settore giovanile della Roma si racconta in un’intervista al settimanale Tmw Magazine e parte proprio dal Capitano: «Francesco come me ha scelto di legarsi ai colori, avrebbe potuto guadagnare molto molto molto di più in altre realtà. Lui ha fatto anzi molto di più per i record che ha battuto e per gli infortuni subiti. De Rossi, rispetto a Francesco, è come se avesse iniziato adesso. Deve dimostrare col tempo di arrivare ai livelli di Totti, perché poi sono i numeri quelli che contano. Daniele per adesso lo vediamo attaccato alla società, alla maglia, ai colori. Poi è come se vogliamo parlare di Del Piero della Juventus, personaggi che tuttora ancora dimostrano nei momenti di difficoltà di essere quelli che tirano fuori la squadra da una brutta situazione, che ci tengono perché ce l’hanno dentro, sfoderando professionalità e bravura». Bruno Conti si sofferma anche sui rapporti personali che si possono instaurare nel mondo del calcio e svela chi sono i suoi amici: «Vado d’accordo con tutti, quando ci s’incontra con gli ex compagni o avversari sembra ieri. I più stretti sono Carlo Ancelotti e Roberto Pruzzo. Con Carlo dividevamo la camera, eravamo in Nazionale, le famiglie si frequentavano. Con Roby abbiamo condiviso, prima di trovarci alla Roma, l’anno al Genoa, il militare, vivevamo assieme. Amici come uomini prima che come atleti, c’è stima e rispetto. Persone rimaste umili nonostante il successo». Conti risponde poi anche a domande secche sulla sua carriera: «Il compagno e l’avversario più forte incontrato in carriera? Per il compagno faccio due nomi. Prima Prohaska, continuità incredibile, non ha sbagliato una palla l’anno con noi. Serietà e professionalità incredibili. Poi Cerezo, aveva allegria, carisma, classe ma correva. L’avversario? Quello con cui ho fatto grandi lotte… Claudio Gentile. Un cagnaccio, che sapeva come farmi incazzare, conoscendolo non abboccavo. Lui sì che a volte mi ha messo in seria difficoltà. L’errore che rifarei? Calcio di rigore col Liverpool. Non sono un rigorista, l’ho sempre fatto però per la causa». Ha messo sempre la Roma al primo posto. Come Francesco Totti.

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