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GAZZETTA DELLO SPORT Pazzesco Manchester City Campione con un gol al 94′!

Manchester City

Incredibile finale in Premier League: nell’ultima giornata il Manchester City si complica la vita, quasi perde un campionato già vinto e poi lo riacciuffa in extremis, segnando addirittura due gol nei minuti di recupero. All’Etihad Stadium, il Queens Park Rangers pareggia con Cissé il gol di Zabaleta. Rimasti in dieci uomini per l’espulsione di Barton, i londinesi vanno addirittura in vantaggio con Mackie. Mancini butta nella mischia Dzeko e Balotelli, traendone i risultati sperati: dopo un’immane sofferenza, il bosniaco incorna di testa su calcio d’angolo il 2-2 al 92′, prima che Aguero (servito da terra da Balotelli) trovi la rete del definitivo 3-2 nell’assalto finale al 94′.  Il QPR si salva comunque per via del pari a Stoke-on-Trent del Bolton (retrocedono i Trotters), dunque la delusione è tutta del Manchester Utd, che a Sunderland aveva difeso fino alla fine il gol dell’1-0 segnato da Rooney. I due club di Manchester chiudono entrambi a quota 89 punti, ma il City la spunta per la miglior differenza reti rispetto ai rivali. E’ il terzo titolo di campione nazionale nella storia del club: l’ultimo risaliva alla stagione 1967-68. Da “King Carlo”, dunque, a “King Roberto”: l’Inghilterra calcistica è di nuovo ai piedi di un italiano. E deve inchinarsi, sia pure malvolentieri, perfino un “sir” come Alex Ferguson. Dopo Ancelotti, sul trono della Premier League sale Mancini. Considerando che c’è un altro Roberto che punta a estendere il dominio sull’intera Europa, quel Di Matteo che giocherà col suo Chelsea la finale di Champions, l’Italian-style è ufficialmente tornato di gran moda in terra britannica. Quarantaquattro anni, in fila per tre (come le stagioni di Mancini alla guida del City) col resto di due, come i campionati che questo club aveva vinto prima di assumere il tecnico jesino. Un’eternità. Anche perché, nel frattempo, Manchester si era tinta di rosso un’infinità di volte, se è vero che dal 1968 a oggi lo United ha aggiunto alla bacheca 12 Premier, 8 FA Cup, 4 Coppe di Lega, lasciando da parte i tanti successi internazionali, mentre il City racimolava appena un paio di coppe. L’ultima era arrivata proprio un anno fa, quando il “Mancio” aveva alzato la FA Cup a Wembley. Ma questo titolo ha un sapore diverso. Anzitutto perché qualche settimana fa sembrava perso, visto che in questo pazzo campionato il Manchester City aveva dilapidato un vantaggio arrivato alle soglie della doppia cifra, ritrovandosi a -8 dai rivali cittadini a 6 giornate dalla fine. E poi perché potrebbe diventare il rito di passaggio che segna l’avvento di una nuova era, come testimoniano i due scontri diretti vinti nettamente dai Citizens, che hanno ceduto il passo ai cugini solo dopo dure lotte in Coppa d’Inghilterra e nel Community Shield. Dal punto di vista economico e tecnico, il sorpasso è già avvenuto da un pezzo. Lo sceicco Mansour bin Zayed Al-Nahyan, dal 2008 all’estate scorsa, ha investito nel club la mostruosità di un miliardo e 157 milioni di euro, cifre che nemmeno Roman Abramovich ha avvicinato nella campagna di rafforzamento del Chelsea. Tutto questo mentre lo United vendeva gente come Cristiano Ronaldo e Tevez, tanto per dare un’idea. Uno strapotere economico che, alla lunga, ha finito ovviamente per incidere: il City ha una rosa di valore infinito, con gente di qualità assoluta come Nasri, Johnson e Dzeko spesso e volentieri costretta a far panchina. Lo United è molto più “corto” in quanto a organico e sono bastate un paio di lunghe defezioni pesanti (Vidic in difesa, Fletcher a centrocampo) per aprire dei buchi neri in ruoli chiave. A Mancini bisogna dare il merito di aver gestito con personalità uno spogliatoio complicatissimo, con il recalcitrante Tevez epurato e poi riaccolto, o con un Balotelli in prima pagina sui tabloid un giorno sì e l’altro pure. E il buon rendimento in campionato ha riscattato le figuracce rimediate in Champions, in Europa League, in FA Cup, in Carling Cup e nella supercoppa nazionale. Trascinato nei momenti decisivi più da Yaya Toure e Kompany che da raffinati talenti come Silva, il Manchester City ha nobilitato il suo trionfo con 6 vittorie nelle ultime 6 giornate: dopo l’espulsione di Balotelli nella partita persa con l’Arsenal, sono arrivati soltanto successi, compresi quelli difficilissimi nel derby e a Newcastle. Così, anche se probabilmente questa è la Premier League di più basso livello dell’ultimo decennio (miracolo Chelsea a parte, basta dare un’occhiata ai disastri europei dei team di Sua Maestà per rendersene conto), alla fine non c’è squadra inglese che meriti il titolo di campione nazionale più di quella del “Mancio”. L’ultimo ostacolo verso la gloria era rappresentato dal Queens Park Rangers, che si presentava bisognoso di punti. E all’Etihad Stadium è andata così, nel modo più imprevedibile, pazza conclusione di una pazza Premier League. Ancora qualche ora di sole e poi la festa a Manchester continuerà al chiaro di luna. Che “Blue Moon” come oggi forse non lo è stata mai.

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