GAZZETTA DELLO SPORT I rigori bocciano il Real, in finale ci va il Bayern

Cristiano Ronaldo

(S. Cantalupi) Altro che Clasico: dopo il Barcellona, saluta la Champions League anche il Real Madrid. A raggiungere il Chelsea nella finale del 19 maggio è il Bayern, che ora avrà lo straordinario vantaggio di potersi giocare la coppa davanti alla sua gente, all’Allianz Arena di Monaco.

Chi sostiene che il vero spettacolo possa nascere soltanto dal confronto tra stili molto diversi deve ricredersi: Mourinho e Heynckes optano entrambi per il 4-2-3-1, confermando in pieno le previsioni della vigilia, ma il match regala emozioni fin dai primi minuti. Il Real Madrid si ritrova subito in vantaggio: Alaba è sfortunato a colpire con una mano un tiro al volo di Di Maria, per Kassai è rigore e Ronaldo fa 1-0 dal dischetto al 6′. Robben, che ha qualcosa da dimostrare da queste parti, avrebbe immediatamente l’occasione di segnare il gol dell’ex, ma conferma di attraversare un periodo disastroso in fase realizzativa: proprio come a Dortmund, nella partita che ha tagliato fuori il Bayern dalla Bundesliga, l’olandese si mangia il pari a porta spalancata, sull’assist di Alaba. I tedeschi sono vivi, sfondano sulle fasce con Ribery e Robben (che spesso si ritrovano sullo stesso lato) e hanno in Gomez un punto di riferimento costante per Kroos, che rifornisce tutti di palloni interessanti. E così, anche quando una carambola tra Kroos e Khedira propizia l’assist di Özil per il comodo 2-0 di Ronaldo (14′, decimo gol in questa Champions per CR7), i giochi sembrano tutt’altro che chiusi.

Il Bayern ha molte soluzioni offensive e mette varie volte in difficoltà i centrali Pepe e Ramos. Finché, al 27′, finalmente sfonda. Kroos propone un traversone da destra, Pepe abbraccia Gomez troppo affettuosamente in area ed è rigore. Kassai risparmia il rosso al portoghese e lo ammonisce, Robben si prende le sua responsabilità e insacca il 2-1 che riporta tutto in equilibrio, nonostante Casillas intuisca l’angolo di battuta. Il Bayern si rinfranca ulteriormente e con Gomez e Ribery fallisce un altro paio di occasioni d’oro, prima che Casillas neghi la doppietta a Robben, respingendo una punizione un istante prima dell’intervallo.

L’inizio della ripresa, per via della situazione di punteggio, è gioco forza meno intenso. Subire un gol sarebbe un colpo più duro per il Madrid che per il Bayern, dunque sono i blancos a sembrare più bloccati, mentre Robben e soprattutto Gomez restano attivissimi nella trequarti avversaria. Pericoli veri, però, i portieri non ne corrono a lungo: un paio di punizioni di Ronaldo e alcune chance potenziali per il Bayern che non si traducono in nulla di concreto. Alla mezz’ora, Mou decide che è il momento di Kakà e lo inserisce al posto di un Di Maria partito a razzo e molto calato alla distanza. Ma da lì al novantesimo è solo Bayern: molto possesso palla e un’enorme occasione sprecata da Gomez, servito da Robben. Mourinho scherza, sospirando platealmente in panchina, ma se la vede brutta come il popolo del Bernabeu.

Ci vogliono i supplementari per decidere chi andrà avanti. Heynckes si gioca la carta Müller al posto di Ribery, ma nel primo quarto d’ora non accade praticamente nulla di rilevante. Qualcosa di più si vede nel secondo “extra time”, con Kakà che spreca un paio di situazioni favorevoli in area e Granero, entrato al posto di Özil, che si prende un giallo per simulazione. Nulla, invece, l’incidenza di Higuain, subentrato a Benzema. Nelle gambe dei madridisti pesano le fatiche del Clasico di Liga, disputato in un weekend in cui molti dei bavaresi riposavano a Brema. E si arriva inevitabilmente ai rigori. Dove Ronaldo e Kakà non fanno onore alla loro fama ed esaltano Neuer, con Casillas che risponde da campionissimo, bloccando i tentativi di Kroos e Lahm. Tocca a Sergio Ramos: pallone fuori dallo stadio. E quando Schweinsteiger butta dentro l’ultimo penalty, cala il sipario sul sogno di Mourinho di salire sul tetto d’Europa alla guida di tre squadre diverse. Sarà Bayern-Chelsea: lo dice il tabellone Uefa, che assegna ai tedeschi il posto di squadra “in casa”, ma lo dirà soprattutto la marea di tifosi in maglia rossa che invaderà l’Allianz Arena in un indimenticabile sabato di maggio.

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