CORRIERE DELLO SPORT Qualità da campione. Gol, assist e magie

Luis Suarez

(R. Maida) La sua qualità ha neutralizzato la forza negativa di un nome: Luis Suarez. Fino a un paio di anni fa era associato – con tono un po’ sarcastico – al genio spagnolo dell’Inter di Herrera. Oggi Suarez, l’uruguayano, è uno degli attaccanti più apprezzati e desiderati del mondo. E ha ancora 25 anni, essendo nato nel 1987 come Messi. 

L’ANNO MAGICO – Il merito è di una crescita impetuosa, alimentata da gol e assist, da una forte personalità e da una grande continuità di rendimento.Il calcio di livello top si è accorto di lui tra il Mondiale 2010, in cui ha segnato tre gol contribuendo fattivamente alla conquista del quarto posto dell’Uruguay (…), e la Coppa America 2011, in cui ha trascinato la sua nazionale al titolo con 4 gol e ha vinto il premio di miglior giocatore del torneo. Ma già prima Suarez si era messo in evidenza come un giocatore di primissimo piano: nella stagione 2009-10, promosso capitano dell’Ajax a 23 anni, ha raggiunto quota 49 reti in 48 partite tra campionato e coppe (…). Certo, il campionato olandese non è il massimo della difficoltà ma Suarez nel frattempo si faceva rispettare anche con l’Uruguay: le sue cifre ora rivelano che ha accumulato 26 gol in 52 partite in nazionale, esattamente uno ogni due volte, quattro dei quali tutti insieme l’11 novembre nelle qualificazioni mondiali contro il Cile (4-0).
CARATTERISTICHE – Prima o seconda punta, se necessario persino trequartista, Suarez ha la velocità e il piede per occupare qualsiasi ruolo dell’attacco. Gli piace partire da lontano, creare, saltare uomini, inventare giocate difficili. In più è un tipo che lotta, rincorre, infastidisce. Sarebbe perfetto per il calcio tecnico e mobile di Luis Enrique. Dovrebbe semmai limitare gli eccessi: negli anni passati è stato molto criticato da Marco Van Basten per le scorrettezze che commette in campo, tra simulazioni e falli. Nel novembre 2010 si è beccato 7 giornate per aver dato un morso a un giocatore del Psv Eindhoven. Ma proprio Van Basten, a cui Suarez è stato paragonato per le medie realizzative, ha riconosciuto:«Luis è un calciatore speciale. Con lui non ho mai avuto un rapporto facile perché si tratta di un ragazzo che non accetta consigli. Ma è un attaccante davvero imprevedibile» .
IL TRASFERIMENTO – Di sicuro, Suarez non è un falso modesto. Appena sbarcato al Liverpool, nel gennaio 2011, ha chiesto la maglia numero 7. E quando gli hanno fatto notare che con quel numero giocavano Kenny Dalglish, l’attuale allenatore, e un altro mito di Anfield come Kevin Keegan ha risposto: «Sono felice che i tifosi, leggendo quel numero, possano aspettarsi tanto da me» . In effetti sul campo per un po’ li ha accontentati. Al debutto contro lo Stoke City, entrando nel secondo tempo, ha subito fatto gol sotto la Kop, la curva più bella del mondo. In seguito ha contribuito a rilanciare la squadra, che da gennaio in poi è salita dal dodicesimo al sesto posto. I problemi sono cominciati in questa stagione (…) e ha ceduto ai propri vizi: prima che scoppiasse il caso Evra, era già stato squalificato per una giornata dopo aver rivolto un gestaccio ai tifosi del Fulham. Da questo punto di vista, bisogna rimetterlo in riga.
IL PRIVATO – Il temperamento aggressivo forse si è formato durante l’infanzia: Suarez è un ragazzo cresciuto dando calci al pallone per strada. Quarto di sette fratelli, figlio di genitori separati quando era molto piccolo, a 11 anni dovette rinunciare a un provino importante in Argentina perché non aveva i soldi per comprare gli scarpini. «Facevamo tanti sacrifici, non eravamo ricchi, ma alla fine sono arrivato dove volevo: già da bambino, a quattro anni, correvo più veloce con la palla che senza» . Il suo talento gli ha permesso di arricchirsi e di costruire una bella famiglia: ha sposato la compagna di una vita, Sofia, e ha avuto in dono la figlia Delfina, che compirà due anni ad agosto.
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