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REPUBBLICA.IT Roma e Inter, c’è una Primavera che entusiasma

Alberto De Rossi

(M. Mazzitelli) – Ventimila spettatori all’Olimpico per Roma-Juventus, la finale di Coppa Italia  Primavera; il presidente dell’Inter, Moratti che domenica invece di andare a Torino per la super classica del campionato di serie A Juventus- Inter, preferisce volare a Leyton alle porte di Londra, per assistere ad Ajax-Inter la finale della Next Gen Series, la Champions League Primavera.

Segnali importanti, incoraggianti, del nuovo che avanza, un importante cambio di tendenza (vedi nostra inchiesta “Non è un calcio per giovani”). I giovani stanno portando una ventata di entusiasmo nel nostro calcio, ma anche la speranza di talenti fatti in casa. Il “mantra” del calcio europeo è largo ai giovani. L’esempio da seguire è la “cantera” del Barcellona. La squadra di Guardiola ormai è diventata la squadra di tutti perché quel progetto ha conquistato i tifosi nel mondo. Messi è diventato il simbolo di un sogno: fenomeni nati e cresciuti nel settore giovanile, vedere trionfare una squadra che rappresenta veramente i valori e la capacità di un club di fare calcio.

Ci sta provando la Roma del nuovo corso americano, è la strada scelta da anni anche da Inter, Milan, Juventus, i vivai più importanti da dove escono i, pochi, campioni del nostro calcio. Lo fanno seguendo strade diverse: le milanesi e la Juventus comprando giovani e promettenti campioncini in tutto il mondo, con budget ormai di milioni di euro, mentre la Roma alleva in casa, dai pulcini alla Primavera, ragazzi selezionati sui campi di periferia. Una scelta fatta da Bruno Conti più di venti anni fa nel suo ruolo di responsabile del settore giovanile, che ha dato grandi soddisfazioni alla società giallorosa. Basta ricordare gli ultimi frutti del vivaio: Totti, De Rossi, Aquilani, Pepe, Cerci…

E nella Roma un incentivo a continuare a puntare sui giovani arriva dal tecnico della prima squadra, Luis Enrique: “Da quando sono qua ho visto come lavora Alberto De Rossi e posso dirvi che siamo sulla strada giusta. Ci sono giocatori di qualita’ che giocano bene a calcio e che hanno vinto la Tim Cup ieri: faccio i complimenti a tutti per questo grande traguardo. Arrivare alla prima squadra e’ difficile perche’ c’e’ ancora molta distanza tra il loro calcio e il nostro . Con noi si allenano sempre due o tre calciatori del settore giovanile e sicuramente loro potranno essere un punto di riferimento per la societa’ in futuro”.

La “scuola romana” vive il suo momento di gloria. De Rossi, papà di Daniele, ha vinto l’ultimo scudetto, ha giocato la finale del Viareggio, persa contro la Juventus, e ora ha vinto la Coppa Italia. Esce sempre da Trigoria, Andrea Stramaccioni, il tecnico che da quest’anno allena la Primavera dell’Inter. Ed è una storia che s’intreccia quella tra De Rossi e Stramaccioni. Bravi, grandi conoscitori del calcio giovanile, ma rivali anche quando erano colleghi a Trigoria. Voleva la panchina della Primavera, Stramaccioni che con i giovanissimi nazionali e con gli allievi nazionali aveva vinto due scudetti. Non voleva lasciargliela De Rossi che ha detto no anche a squadre professionistiche pur di restare con i suoi giovani. La scorsa estate il divorzio. L’affare lo ha fatto il nostro calcio giovanile che può contare su due tecnici di valore. Ma anche Roma e Inter che hanno nei giovani un piccolo capitale: valgono almeno 30 milioni di euro i giovani giallorossi e nerazzurri dopo le vittorie di questa stagione. Molti di loro hanno già esordito in serie A con Luis Enrique (Viviani, Piscitella,) e Ranieri ( Crisetig), altri sono pronti per il grande salto.

L’ad dell’Inter, Ernesto Paolillo, è a Londra con la Primavera non con Ranieri ad Appiano Gentile: la società comincia a puntare sui giovani. “Sono a Londra a seguire l’allenamento della nostra Primavera. L’Inter comincia a puntare sui giovani. Già qualche anno fa abbiamo iniziato questa politica. Obi e Faraoni per esempio sono elementi fissi della prima squadra nerazzurra. Il vivaio sta lavorando davvero bene e siamo felici di questo. Abbiamo in questo momento 42 giocatori prodotti dal nostro vivaio che giocano tra serie A e serie B. A volte puntare sui giovani è una scommessa ma tante volte è una scommessa vincente”.

Che sui giovani si punti molto per il futuro del nostro calcio, lo dimostra la proposta che sta portando avanti Damiano Tommasi, presidente dell’Aic: “Stiamo pensando di portare le squadre della Primavera nella Lega Pro. Questo innalzerebbe senza dubbio l’interesse del grande pubblico nei confronti della Lega Pro anche perché il livello sarebbe notevolmente più alto, seppur con squadre giovanili. In questo senso l’esperienza spagnola ci sta dando ottimi esempi di buona riuscita, staremo a vedere” .

 

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