MERCATO ROMA. Stefano Borghi (Sport Italia): “Fernandes è un giocatore completo, Nei? Perfetto per Luis Enrique”

Mario Fernandes

Con la Roma in gravi problemi di formazione, si sono susseguite oggi tantissime voci su alcuni possibili arrivi, la maggior parte brasiliani, in casa giallorossa: Carlos Luque, del Colon Santa Fe, Nei e per Mario Fernandes, del Gremio. A questi propositi, l’esperto di calcio sudamericano e giornalista di Sportitalia, Stefano Borghi, ha espresso un giudizio su questi calciatori.

Carlos Luque. 

“E’ un attaccante esterno che solitamente gioca a sinistra. E’ un giocatore brevilineo, estremamente rapido e con ottima capacità tecnica nello stretto. Io odio i paragoni, però in qualche modo può ricordare Lavezzi. E’un giocatore di enorme talento, ha le potenzialità per diventare un crack anche perché bisogna considerare che è un ’93, però deve sicuramente mettere un po’ di massa. In ogni caso, il fatto che ora al Colon sia allenato da Sensini è un aspetto promettente, perché “Boquita” lavora molto bene con i giovani e sa plasmarli dando loro impostazioni ‘europee’.

Nei.

“Secondo me, sarebbe un elemento perfetto per il calcio di Luis Enrique. E’ un laterale destro, ha 26 anni per cui è un giocatore già maturo e formato, ha vinto la Libertadores nel 2010 con l’Internacional per cui è uno abituato ai grandi contesti. Tecnicamente è un esterno a tutta fascia, che può giocare sia nel 3-5-2 che con la difesa a 4, sebbene difensivamente debba imparare qualcosa ma il materiale c’è tutto. in fase di spinta è molto intenso e ha anche piede. Personalmente, sono anni che mi chiedo come mai non sia mai stato preso in considerazione per l’Europa.

Mario Fernandes.

“E’ un giocatore che ha capacità veramente buone. Anche lui è un laterale destro ma, a differenza di Nei, può fare anche il centrale, quindi ha attitudini difensive. Tecnicamente è molto valido, ha corsa, stile, piede e infarinatura tattica. Come giocatore c’è veramente tutto. I dubbi sono solo caratteriali, perché è un ragazzo molto strano, enormemente sensibile e un po’ chiuso. Ti rivelo un paio di aneddoti: da ragazzino una volta fuggì dal ritiro della squadra juniores del Gremio e sparì per una decina di giorni. Soprattutto nel settembre passato rifiutò la sua prima chiamata in nazionale, dicendo di non sentirsi pronto per un compito tanto importante come vestire la maglia della Seleçao. Credo siano meno di 5 i casi, nella storia, di giocatori che abbiano rifiutato la convocazione della nazionale brasiliana”.

Fonte: vocegiallorossa.it

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