GAZZETTA DELLO SPORT Il baby nuovo? Ferrante. “Io e Burdisso, che storia”

La formazione Primavera

(F. Oddi) L’Osvaldo della Primavera è passato dall’Argentinos Juniors al Sancolombano, sognava l’Inter e si è ritrovato alla Roma, e a conti fatti già ci ha guadagnato: in estate i nerazzurri si sono andati a prendere Lorenzo Tassi del Brescia, quello che doveva essere il nuovo Baggio, e lo hanno relegato con gli Allievi. Il coetaneo Jonathan Alexis Ferrante è arrivato a Trigoria da due mesi e ha già fatto il Viareggio con la squadra di Alberto De Rossi.

L’incontro È nato a Buenos Aires, mastica più lo spagnolo dell’italiano, tifa Boca Juniors, ma segna per l’Italia Under 17. E quando ha conosciuto Burdisso si è squagliato. «Ci sono rimasto così: non mi era mai successo. Gago, Heinze, Osvaldo, va bene… ma Burdisso è un’altra cosa, lui giocava nella squadra per cui facevo il tifo. Mi ha detto di prendere il suo numero, e di chiamarlo per qualunque cosa. Chi se lo sarebbe mai aspettato?». A Piacenza al massimo incontrava Davide Reboli, il tatuato di 150 chili che ha minacciato l’intera squadra davanti alle telecamere. «Poi ci ha chiesto scusa. Ma sul momento ero convinto che ci avrebbe menato tutti».

Talento precoce
 Farà 16 anni a giugno, è arrivato con 11 presenze in Prima Divisione: il Piacenza avrebbe aspettato volentieri per cederlo dopo qualche gol tra i professionisti, fu costretto a svenderlo per provare a rimandare il fallimento. Contratto da professionista, 400.000 euro di cartellino, si è già allenato con la prima squadra. «Mi pare fosse la settimana del derby, con tanti giocatori in nazionale. Credo sia andata abbastanza bene, Luis Enrique mi parlava in spagnolo, mi chiedeva di giocare palla a terra. Mia madre è argentina, come tutta la sua famiglia, mio padre è nato in Sudamerica da genitori italiani. Giocavo nell’Argentinos Juniors, sette anni fa mi dissero che c’erano delle squadre che mi volevano e sono venuto in Italia, con tutta la famiglia. Mi parlavano dell’Inter, mi sono allenato tante volte con loro ma non potevano tesserarmi, mi sono ritrovato al Sancolombano e dopo un paio d’anni al Piacenza. Oltre alla Roma mi seguivano Fiorentina, Napoli e Manchester City. Il Barcellona? Ne ho sentito parlare».  Di Osvaldo probabilmente meno. «Abbiamo una storia simile. Ma il mio idolo resta Batistuta».

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