IL MESSAGGERO. Si ferma De Rossi, Luis in ansia

Daniele De Rossi

(S. Carina) – In ansia per De Rossi. Ieri il centrocampista ha svolto un allenamento differenziato per il solito problema muscolo-tendineo alla coscia (sempre nella sciagurata regione degli adduttori) che sabato sera lo ha costretto a lasciare il campo anzitempo. A Catania, a chi gli aveva chiesto una spiegazione per l’ammonizione presa dopo il gol, aveva replicato spiegando di sapere «di essere diffidato ma non me n’è importato nulla». Probabilmente perché in cuor suo aveva pensato di riposare proprio con il Cesena, visto che dalla prossima settimana e sino alla seconda metà di febbraio, la Roma giocherà ininterrottamente sia martedì che nel weekend. La pioggia gli ha rovinato i piani e ora il centrocampista lavorerà per provare a recuperare per la gara di sabato. (…) La sua situazione sarà monitorata giornalmente. Nessun problema invece per Rosi che dopo i due giorni di stop concessi da Luis Enrique al gruppo, si è allenato regolarmente non avvertendo nessun problema alla caviglia. Ieri la seduta è stata particolarmente dura e lunga (due ore e mezza), preceduta da un discorso di Luis Enrique alla squadra che a Catania non gli è piaciuta nell’atteggiamento: poca concentrazione e troppi errori. Il tecnico spagnolo, in campo, ha poi provato varie soluzioni tattiche, soprattutto in difesa dove Kjaer è stato schierato sia al fianco di Heinze che di Juan. Con un giorno di anticipo rispetto alla tabella di marcia, si è rivisto Pizarro. (…) Nelle prossime ore si capirà meglio il suo futuro. La Roma è disposta a cederlo in prestito alla Juventus che ora però prende tempo. Lamela, al quotidiano argentino Olè, rivela quello che più o meno aveva rivelato alla rivista la Roma (forse è la stessa intervista?): «Senza contare gli argentini, Totti è il giocatore che mi dà più consigli, è uno di quelli con cui parlo di più. La lingua? Tra noi due ci capiamo. Con la squadra che abbiamo possiamo ottenere ottimi risultati; in Italia c’è molto contatto, pochi spazi, noi cerchiamo di fare sempre la partita ma ci manca la regolarità. Sono contento di questi primi sette mesi a Roma, sono stato accolto bene fin dal primo momento, nonostante l’inattività iniziale. Ora mi sento come un re».

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