IL ROMANISTA. Dalla sostituzione con lo Slovan alla doppietta contro il Chievo 5 mesi racchiusi in un abbraccio

Totti e Luis Enrique

(C.Zucchelli) – Solo quando la meta è la stessa ci si incontra durante il cammino. Magari si può fare una piccola deviazione (di un mese o poco più) ma poi alla fine la strada si percorre sempre insieme. E’ quello che succede nella vita di tutti i giorni; è quello che, soprattutto, è successo a Francesco Totti e Luis Enrique. Anzi, tra Francesco Totti e Luis Enrique. Tra il giocatore più forte di sempre «ma mangia allenatori» e il tecnico giovane e preparato «ma incapace di gestire i campioni». Dire che tra i due il rapporto sia sempre stato liscio e lineare è negare l’evidenza. E nessuno dei due è abituato a farlo. Totti e Luis Enrique si sono conosciuti e a pelle subito piaciuti. L’allenatore non capiva come mai un’esclusione di Totti, quando lui non lo riteneva al massimo della forma, facesse tanto rumore. Rumore come i 50mila fischi che l’Olimpico gli ha riservato la sera di Roma-Slovan Bratislava al momento della sostituzione con Okaka: difficile ricordare, al debutto casalingo, un tecnico così contestato per una decisione tecnica. Totti, che in quel momento avrebbe potuto (e forse voluto) dire tutto e il contrario di tutto non ha fatto un fiato. Ha accettato – ma non compreso – la decisione di Luis Enrique, ha chiesto ai dirigenti (Walter Sabatini in particolare, visto che Baldini non era ancora arrivato) alcune spiegazioni, ha parlato con lo stesso Luis Enrique e ha continuato, come fa da vent’anni, ad allenarsi e a pensare al bene suo e della Roma. Che poi sono la stessa cosa. Si è fatto male contro l’Atalanta, è rientrato, partendo dalla panchina, col Lecce, si è rifermato di nuovo per poi tornare a disposizione per Fiorentina-Roma. Data: 4 dicembre 2011. Una data spartiacque. Un pomeriggio da dimenticare e ricordare. (…) Ma non da Totti. Che da quel giorno ha fatto quadrato, insieme alla squadra, ancora di più intorno al suo allenatore. E sono arrivati, infatti, i punti contro Juventus, Napoli, Bologna e Chievo. Ci sono stati i primi due gol del Capitano quest’anno, ma prima c’era stato anche quel rigore sbagliato contro i bianconeri. Dettagli. Perché quello che più conta è che c’è stato, soprattutto, un giocatore che, a 35 anni, si è rimesso in gioco come un diciottenne e un allenatore che ha capito che, a 35 anni e con 264 gol sulle spalle, un giocatore così non può essere considerato come un diciottenne. La meta, cioè la Roma, è sempre stata la stessa. Il cammino, adesso, procede di pari passo. Condito da quell’abbraccio, domenica pomeriggio, che è stato tanto tanto bello. E romanista.

SLOVAN-ROMA Prima partita ufficiale della Roma di Luis Enrique nel preliminare di Europa League. A Bratislava Francesco Totti parte dalla panchina, l’allenatore gli concede gli ultimi 20 minuti al posto di Caprari. La Roma viene sconfitta 1-0, il Capitano non parla, il tecnico invece dice: «Bojan si è ben comportato e peccato per Caprari che ha preso un palo». Di Totti (e Borriello) in panchina parla invece il ds Sabatini: «La politica dei giovani l’abbiamo incentivata noi, non l’allenatore che tuttavia è l’interprete. I tifosi saranno già arrabbiati ma hanno dato segnali di grande tolleranza. Chiaro che vogliono vincere le partite, lo vogliamo anche noi, dobbiamo abituarci a questa sofferenza che avevamo già messo in conto».

ROMA-SLOVAN25 agosto. Il punto più basso del rapporto tra Capitano e allenatore. Totti parte titolare, gioca fino a un quarto d’ora dal termine quando Luis Enrique lo sostituisce con Okaka. L’Olimpico non apprezza (eufemismo) e sommerge di fischi il tecnico. Totti esce dal campo con uno sguardo che dice tutto e va direttamente negli spogliatoi, qualche giorno prima si era presentato a Trigoria con una maglietta con scritto “Basta” ed era scoppiato il finimondo (mediatico). Stavolta scoppia allo stadio: la partita termina 1-1, la Roma viene eliminata. Francesco non parla, Luis Enrique invece sì e spiega che si tratta di «scelta tecnica e nessuno sa se ci saremmo qualificati o meno con lui in campo». Tocca a Walter Sabatini, di nuovo, spiegare l’evidenza: ««Quando è uscito lui, la squadra si è sgonfiata, non si può certo dire che sia stato un cambio fortunato. Però era stanco, perché aveva corso molto».

ROMA-CAGLIARI 11 settembre. Debutto casalingo in campionato di Luis Enrique. Altra sconfitta. Totti gioca tutta la partita ma quello che resta negli occhi, più di ogni altra cosa, sono i suoi sguardi. E le sue parole, scritte sul sito qualche giorno prima della partita per rasserenare l’ambiente. Da Riscone (dove pure aveva parlato benissimo del tecnico) in poi sono le sue prime – e uniche – frasi: «Finalmente inizia il nostro campionato. Avremo tanti calciatori nuovi e tutti quanti dovremo stringerci intorno al nuovo allenatore, alla squadra e alla società. (….) Concentriamoci al massimo: uniti per la Roma».

NAPOLI-ROMATre mesi dopo Roma-Cagliari. E’ il 18 dicembre, al San Paolo la Roma batte il Napoli dopo il pareggio casalingo contro la Juventus. Francesco Totti dedica la vittoria a Luis Enrique: «Questo successo – dice in tv e scrive sul sito – lo dedichiamo al nostro allenatore. Ci teniamo a fargli fare bella figura, siamo un bel gruppo e remiamo tutti nella stessa direzione».

ROMA-CHIEVO Minuto 87: Totti esce dal campo, al suo posto Caprari. E’ l’esatto opposto di Slovan-Roma. L’ordine delle cose è al suo posto. Tutto in un abbraccio.

 

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