CORRIERE DELLA SERA. Roma, caccia a un manager italiano

James Pallotta

(G. Piacentini) Si scrive Chief Executive Officer (CEO), si legge presidente operativo. È quello che sta cercando la Roma, un manager che dovrà occuparsi quotidianamente della vita della società, ma non solo. Una figura che sia in costante contatto con le istituzioni, non quelle calcistiche ma quelle politiche, perché il progetto del nuovo stadio continua ad essere una priorità e gli americani hanno capito che la questione è molto più complicata di come la immaginavano. Un uomo, in sostanza, che conosca meglio la realtà italiana e sia più addentro al tessuto sociale. Insomma, un vero e proprio presidente. La carica rimarrà formalmente a Thomas DiBenedetto (a meno che non sia lui stesso a decidere di preferire il sole della Florida ai continui viaggi Roma-Boston), che però è già stato depotenziato nel corso dell’ultimo cda giallorosso, in cui sono state trasferite a Brian Klein e Mark Pannes – manager del Raptor Accelerator Fund che in questi mesi ha fatto la spola tra Roma e Boston e che ha già partecipato a tutti gli incontri istituzionali (soprattutto quelli con il Coni per la gestione dell’Olimpico) e con gli sponsor – tutte le deleghe operative. E proprio Mark Pannes, l’uomo scelto da James Pallotta (atteso domani mattina nella capitale) in persona, sembra aver fatto «un passo indietro». Il manager ha capito che la Roma ha bisogno di un impegno full-time e di una persona che viva la società sette giorni su sette, dodici mesi l’anno, fino a quando gli americani saranno proprietari della società giallorossa. Un impegno che non gli consentirebbe di seguire tutte le altre attività al di là dell’oceano: per questo Pannes, quando è stato chiamato in causa da Pallotta, non ha detto di no, ma ha dato la sua disponibilità ad occupare il ruolo ad interim, fino a quando i proprietari americani in accordo con il socio di minoranza UniCredit, non avessero individuato un manager che sia in grado di ricoprire quel ruolo. Pannes dovrebbe rimanere al suo posto fino al termine della stagione e si è detto disposto a prolungare di qualche mese la sua presenza nella Roma, ma se la ricerca del nuovo CEO si concludesse prima, tornerebbe subito in America. Il nuovo presidente operativo potrebbe essere un manager esterno sia alla cordata americana sia a UniCredit – è questa la richiesta della banca che vorrebbe una sorta di garante – oppure un uomo che già faccia parte dell’entourage di Pallotta, socio forte della cordata, ma soprattutto una figura stabile e in grado di restare in carica per tutto il tempo della gestione americana della società. Difficile fare dei nomi, anche se si possono escludere gli uomini che fanno già parte del management giallorosso come Joe Tacopina, attualmente vicepresidente, ritenuto troppo vicino e DiBenedetto e poco affine al modo di intendere la società di Pallotta. L’azionista dei Boston Celtics domani mattina sbarcherà nella capitale e domenica pomeriggio sarà all’Olimpico per assistere alla gara con il Chievo: la sua agenda è già ricca di appuntamenti. Quello che interessa di più i tifosi romanisti è quello con Daniele De Rossi, che seguirebbe di qualche giorno quello che sarebbe avvenuto a Boston durante le vacanze natalizie. Seppure con qualche giorno di ritardo, un regalo di Natale come il rinnovo di Capitan Futuro sarebbe il modo migliore per presentarsi al popolo romanista. In attesa della prossima ricapitalizzazione, che dovrebbe sancire in modo ufficiale come sia lui il «vero» presidente della Roma.

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