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IL MESSAGGERO. Luis, fiducia a tempo

Luis Enrique

(U. Trani)  – Almeno 10 milioni per il mercato di gennaio (più, ovviamente, l’atteso rinnovo di De Rossi) e qualche consiglio utile a Luis Enrique per calarsi meglio nella realtà del calcio italiano: sono i due interventi decisi dalla proprietà il giorno dopo la vergognosa performance della Roma a Firenze. Al centro del dibattito, però, il futuro dell’asturiano: la società gli concede ancora fiducia, ma a tempo. Saranno decisive le prossime tre partite: quella all’Olimpico con la Juve, lunedì prossimo, e le due in trasferta contro il Napoli e il Bologna. Prima della sosta di Natale,dunque, si valuterà, sulla base dei risultati ottenuti nelle tre gare in 10 giorni, se continuare con lui o cambiare gestione tecnica, magari promuovendo Alberto De Rossi. Stamattina a Trigoria l’allenatore vedrà Baldini e Sabatini, vertice fondamentale per tenere in vita il progetto che rischia di evaporare definitivamente. Thomas DiBenedetto, ieri prima di pranzo, ha riunito i dirigenti giallorossi. Inizialmente l’unico assente era Franco Baldini che, dal fortino di Reggello, ha tenuto i contatti con Luis Enrique, rinchiuso all’Olgiata con la sua famiglia. Il direttore generale ha raggiunto il centro sportivo Fulvio Bernardini solo nel primo pomeriggio per confrontarsi con Walter Sabatini, colloquio di venti minuti, e per garantire ai presenti che il tecnico che non si sente scaricato dai giocatori e di conseguenza vuole andare avanti. Per Luis Enrique è eloquente la supremazia territoriale (69 per cento) nel primo tempo della gara del Franchi, nonostante l’inferiorità numerica, e sino al 2 a 0 di Gamberini (dati Dsp per As Roma). Il presidente, affiancato dal consigliere Mauro Baldissoni, ha parlato a lungo con l’ad Claudio Fenucci, in particolare di marketing. Poi ha voluto conoscere il parere di Sabatini sulla crisi della Roma. DiBenedetto ha cercato di capire che cosa non va. Ma non è sembrato troppo preoccupato: crede nel lavoro di Baldini e non intende interferire, sapendo che il dg non ritiene giusto invertire la rotta, scegliendo un tecnico più pragmatico e conservatore. Pure per il presidente l’allenatore è il meno colpevole. Due i motivi: 1) i nuovi giocatori sono arrivati, quasi tutti, a pochi giorni dall’inizio del torneo; 2) al tecnico non è stato chiesto nè di vincere subito e nemmeno di entrare in zona Champions, quindi secondo il bostoniano e la mentalità Usa, le somme vanno tirate solo a fine stagione. Proprio considerate le assenze di calciatori di primo piano come Burdisso, ha comunque incaricato Sabatini di rafforzare la Roma nella sessione invernale di mercato, cioè a gennaio, avendo avuto in queste ore carta bianca dai suoi tre soci (per primo Pallotta, il partner forte) per ulteriori investimenti. In attesa del sì di De Rossi, su cui nessuno scommette, sicuri tre colpi: due difensori centrali e un interditore. Il budget stanziato per sistemare la squadra in corsa è più che decente: 10 milioni, ma potrebbero essere anche di più se il ds giallorosso riuscirà a piazzare giocatori che Luis Enrique utilizza poco. La lista dei possibili partenti: Cassetti, Cicinho, Simplicio, Barusso e Okaka. Anche Borriello può andar via, ma il suo discorso è diverso dagli altri: essendo stato pagato 10 milioni, bisogna evitare la minusvalenza. Quindi è probabile la cessione in prestito, magari all’estero: Psg e Zenit si sono già fatti vivi. L’asturiano non chiede che siano tutti sostituiti, perché preferirebbe allenare una rosa più ristretta e al tempo stesso coinvolgere qualche giovane della Primavera, a cominciare da Viviani, ma anche Nego e Verre. E il talentino uruguaiano Nico Lopez. Il club, invece, punta ad abbassare il monte ingaggi. Al più presto incontro con il Parma per il riscatto di Borini (7 milioni, pagamento triennale): la società emiliana vuole Simplicio, Cassetti e Okaka. Sabatini è intenzionato a prendere i tre rinforzi all’estero. Innanzitutto due centrali difensivi e non più uno. L’unico che piace del campionato italiano è Silvestre: il Palermo, però, non lo vuole cedere. A centrocampo serve un intermedio: il prescelto è Paulinho, 23 anni, mediano del Corinthians, l’alternativa è Fernando, 24 anni, regista del Porto. Quest’ultimo è poco palleggiatore e troppo simile a De Rossi. Oggi Baldini e Sabatini chiederanno a Luis Enrique di essere meno rigido e intransigente nella gestione dello spogliatoio, soprattutto nelle scelte. Soprattutto il secondo suggerirà di coinvolgere maggiormente Totti. Che non è un calciatore qualsiasi e che può aiutare più di ogni altro l’asturiano in un periodo così delicato.

 

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